Labbate vs Monte Paschi Bonezzi, M5S: 'Per lui non c'è stata giustizia'
Nella foto, da sinistra Roberto Bonezzi e Giampiero Labbate
Ha ammesso di aver imbrattato, utilizzando anche delle uova, la filiale Monte dei Paschi di corso Vittorio Emanuele il 15 giugno 2009: lui è Giampiero Labbate, 65 anni, ex dipendente del Monte dei Paschi di Siena, da anni in guerra con la banca per una causa di lavoro e da anni in lotta per attirare l’attenzione sul suo caso. “L’ho fatto – ha spiegato l’ex dipendente del Monte dei Paschi, finito a processo davanti al giudice di pace Gaetano Lecce con l’accusa di imbrattamenti, “per difendermi da atti contro la mia persona da parte di Monte dei Paschi e associati”. “Sono stato io stesso a chiamare la polizia”, ha aggiunto. Un’autodenuncia che oggi gli è costata la condanna a 50 euro di multa contro i 100 chiesti dal pm onorario Barbara Tagliafierro, che nella sua requisitoria si è detta “dispiaciuta sotto il profilo umano”, ma comunque costretta a chiedere la condanna per Labbate, assistito dagli avvocati Francesco Cogrossi e Gabriella Avellini Melchiorre. Al suo fianco, anche Roberto Bonezzi, del MoVimento 5 Stelle di Cremona, che ha avuto mandato dal movimento di seguire il caso Labbate: “in aula mi sono presentato come testimone silenzioso”, ha commentato Bonezzi, che ha fatto sapere che nei prossimi giorni Labbate avrà anche la possibilità di parlare in streaming. “Noi del movimento saremo i suoi cameramen”, ha aggiunto Bonezzi, che ha fatto sapere di aver parlato del caso Labbate in Regione Lombardia. “Mi hanno dato il nominativo di un avvocato milanese che si occupa di malagiustizia, perché nei confronti di Labbate non c’è stata giustizia”.
Numerosi gli episodi di danneggiamenti dei bancomat dell’istituto di credito ad opera di Labbate, che si è sempre autodenunciato, e le proteste davanti a palazzo di giustizia per farsi ascoltare. “Delle 32 querele sporte contro Monte Paschi in tanti anni, almeno 22 sono scomparse”, ha detto Labbate, che con la banca ha lavorato per 25 anni come dipendente. “Poi sono stato costretto a concludere una transazione per la mia fuoriuscita dal gruppo e da lì è cominciata la mia battaglia perchè sono stato vittima di un accanimento”.
Sara Pizzorni
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