Cronaca

San Felice e il detestato cavalcavia: "Per favore, inauguratelo in sordina”

Il comitato di quartiere di San Felice esiste ancora. Ora che la frazione deve fare i conti con la gestione del contestatissimo cavalcavia ferroviario – uno dei motivi di scontro con la passata amministrazione Perri – il presidente allora dimissionario Giorgio Beccari ha deciso di tornare in pista, per non far mancare – ha dichiarato durante l’ultima assemblea pubblica del 20 febbraio – un referente per la nuova giunta comunale e non lasciare senza interlocutori a palazzo le tante problematiche del quartiere. Prima fra tutte la realizzazione del sottopasso ciclo pedonale, che i residenti ancora sperano di ottenere dopo che la giunta Perri li aveva su questo delusi.

Il cavalcavia che ormai è ben visibile accanto alle sbarre di san Felice, crea infatti molti problemi ai residenti che utilizzano la pista ciclabile da e per Cremona. L’assessore alla Mobilità Alessia Manfredini ha lasciato aperta una speranza, anche se vincolata al reperimento di fondi che al momento  non ci sono: farà eseguire accertamenti sul livello della falda sottostante e poi sarà elaborato un progetto di fattibilità per il sottopasso. Ma si tratta, appunto, di una flebile speranza.

Il colore politico dell’amministrazione in carica adesso è cambiato, ma a San Felice l’aria di fronda c’è ancora tutta. Come si legge nel verbale dell’assemblea, Beccari ha evidenziato che “auspicava un cambiamento di marcia dalla nuova Giunta  ma questo non si è ancora percepito. Sulla risoluzione dei problemi il Comitato di quartiere è disponibile a collaborare, ma che vengano stabilite delle scadenze precise”. Il sovrappasso sarà dotato di un percorso ciclabile protetto, sul lato sinistro uscendo da san Felice verso via Postumia, ma riguardo questo ingombrante manufatto, il comitato fa una richiesta molto curiosa al sindaco: “Per favore, si eviti di ufficializzare l’inaugurazione del cavalcavia o perlomeno, se proprio è da fare, si faccia in sordina senza tanta pubblicità. Anche per non sperperare altro denaro pubblico”.

Giu.bi.

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