Politica

Provincia, emerge anche il rischio di licenziamenti

Grande preoccupazione ma anche tanta rabbia: questo lo stato d’animo che serpeggia tra i dipendenti della Provincia (443 in tutto), riunitisi in un’assemblea con il presidente Carlo Vezzini, per parlare della sempre maggiore incertezza che c’è sul loro futuro.

Non si tratta solo un problema di trasferimenti da un ente all’altro, come poteva sembrare all’inizio, all’uscita della legge Del Rio; il rischio ora, a fronte delle novità previste dal Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, Marianna Madia sul job act, sono i licenziamenti. Ad esprimere la propria preoccupazione è Massimiliano Castellone (Uil Fpl): “Il fatto che si voglia estendere il job act al pubblico impiego rende incerti anche i trasferimenti dei lavoratori a seguito dello spostamento di alcune funzioni. Il prossimo anno tutti gli enti di area vasta rischiano il dissesto, e questo comporterà un esubero di personale. Lo Stato vorrebbe infatti che Comune e Regione provvedessero personalmente alla retribuzione del personale, ma nel frattempo continua a tagliare fondi, per cui gli enti si troveranno senza più soldi per pagare i dipendenti”.

“E non ci saranno neppure più soldi per garantire i servizi – aggiunge Fausto Mazzullo (Cisl) -: in sostanza, se tra due anni verrà giù un’altra nevicata come quella di tre settimane fa, non sarà neppure possibile sgomberare le strade”.

Insomma, una situazione di grandissima incertezza, come evidenzia anche Maria Teresa Perin (Fp Cgil): “Il fatto più grave è che non abbiamo nessuna certezza, checché ne dicano Malvezzi e Pizzetti. A livello regionale non è chiaro quali saranno le funzioni che verranno trasferite e se i dipendenti che dovranno spostarsi saranno poi pagati dalla Regione. A livello nazionale non è invece chiaro quali saranno i criteri per gli spostamenti. Ad andarci di mezzo sono in primis i servizi ai cittadini in primis, ma anche gli stessi dipendenti, per non parlare dei Comuni, che avrebbero bisogno di personale ma che ora non possono assumere”.

Durante l’Assemblea è stato presentato un protocollo di intesa tra la Provincia, la Rsu e le organizzazioni sindacali, in cui le parti si impegnano “ad aprire un tavolo di confronto permanente in vista dell’individuazione del personale che rimane assegnato alla Provincia e di quello da destinare alle procedure di mobilità”. Le parti si impegnano inoltre “ad attivare un confronto continuo”, in un’ottica “di trasparenza e spirito di collaborazione”.

Il presidente si impegna inoltre “a confrontarsi sulla costruzione di un insieme di criteri per l’identificazione del personale che accede alle procedure di mobilità; a richiedere un confronto costante con la Regione; ad aprire un Tavolo provinciale promotore dei fabbisogni occupazionali del territorio; a organizzare incontri formativi e informativi con i dipendenti”. “Si tratta di un accordo non obbligatorio, ma che fissa delle linee guida sulle linee di condotta da tenere. I dipendenti sono a conoscenza del loro destino e hanno molta rabbia, ma c’è anche un grande senso di responsabilità. Siamo vittime di un meccanismo che non possiamo contrastare, ma la tutela dei lavoratori deve essere sempre fondamentale”.

“Abbiamo voluto questo incontro per tenervi aggiornati sull’evoluzione che riguarda il nostro Ente ed il vostro futuro – ha evidenziato il presidente Vezzini parlando ai dipendenti in una gremita San Vitale – Ribadisco che in primis devono essere garantiti i dipendenti, all’interno di qualsiasi processo di trasformazione della Governance della pubblica amministrazione; riforma che vede da un lato progredire velocemente il Governo e dall’altro Regioni che hanno deciso di non decidere. Nonostante tutte le difficoltà del momento ed i pesanti tagli finanziari ai trasferimenti, stiamo lavorando a livello politico ed a livello istituzionale, nazionale e regionale, assieme alle parti Sindacali, negli Osservatori, chiedendo tempi certi e modalità operative chiare, anche sulle funzioni delegate da Regione Lombardia. Ringrazio le parti sindacali per una dialogo costante in questa situazione che definisco di caos normativo”.

E’ seguito un dibattito tra tutti i presenti con domande rivolte per lo più alle prossime scadenze che impone la legge e alle decisioni che intende assumere Regione Lombardia. Nello specifico, la definizione delle liste nominative del personale che rimane assegnato alla provincia e di quello da destinare alle procedure di mobilità rappresenta “il punto finale di un processo complesso e articolato che presuppone in via preliminare e come conditio sine qua non l’adozione di altri atti ed iniziative, tra cui, in particolare, la individuazione di modalità e criteri per la formazione delle liste da parte degli osservatori regionali, appositamente costituiti, e il decreto ministeriale di fissazione dei criteri delle procedure di mobilità del personale interessato e coinvolto in piani di riassetto organizzativo” spiegano dall’ente.

In sostanza, finché tali adempimenti non vedranno la luce, le liste non potranno essere completate. Ad oggi nessun provvedimento in tal senso è stato emanato. “Ai sensi del comma 421 dell’art. 1 della L.190, la dotazione è stabilita, a decorrere dal 1 gennaio 2015, in misura pari alla spesa del personale di ruolo alla data dell’8 aprile 2014. E’ stato, pertanto, definito il macro aggregato della spesa del personale alla data indicata secondo criteri uniformi, concordati in sede di Unione province lombarde, da i responsabili della direzione. La Provincia attraverso i suoi uffici e dirigenti sta seguendo passo passo, anche con una presenza diretta in Regione Lombardia e presso gli Osservatori regionali, secondo una linea comune definita in sede di Upl, l’evoluzione della situazione che coinvolge in tutt’Italia ben 20.000 persone destinate ai processi di mobilità, oltre alle 32.000 circa che rimarranno nei “nuovi enti” di area vasta”.

La.bos

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