Cronaca

Tamoil, le parti civili 'Lesione all'identità storica della città'

Nelle 404 pagine di motivazione della Tamoil, il giudice Guido Salvini dedica ampio spazio alle parti civili. Nella sentenza è stato disposto il risarcimento in favore dei soci delle società canottieri Bissolati e Flora (complessivamente una trentina), di Legambiente e del Dopolavoro ferroviario, da quantificarsi in un separato processo civile, ma per tutti è stata riconosciuta una provvisionale immediatamente esecutiva: 10mila euro per i singoli soci delle canottieri (8mila per i nuclei familiari), 40mila euro per Legambiente e 50mila euro per il Dopolavoro ferroviario.

Scrive Salvini nella motivazione: “gli improvvisi accertamenti sulle condizioni delle acque e la loro probabile contaminazione in grado elevato hanno certamente ‘stravolto’ per alcune settimane la vita sociale dei circoli” e provocato “un’onda lunga che ha portato alla contrazione, anche solo per eccessiva prudenza, del numero delle iscrizioni, quantomeno sino al 2009”. Per il giudice, inoltre, “l’allarme e il turbamento psichico derivante dal pericolo per la salute, in relazione al ‘vissuto’ dei soci dei circoli, ha provocato una lesione del diritto dell’intera comunità a vivere tranquillamente nel proprio territorio, in particolare nei luoghi dedicati allo svago”.

Gino Ruggeri

Nel procedimento, al posto del Comune di Cremona, “che”, scrive il giudice, “per scelta più politico- amministrativa che tecnica ha preferito restare estraneo al processo”, si è costituito parte civile Gino Ruggeri, cittadino di Cremona, responsabile dell’associazione radicale Piergiorgio Welby. Ruggeri, ai sensi dell’articolo 9 del Testo unico sugli Enti locali, ha potuto costituirsi autonomamente parte civile al posto del Comune, ottenendo un risarcimento di un milione di euro a titolo di provvisionale.

Una richiesta, quella del risarcimento di un milione di euro, che per il giudice “non sembra eccessiva, solo che si porti attenzione al fatto che la vicenda Tamoil è stato il caso che più sul piano politico, amministrativo, della salute e della domanda di giustizia ha coinvolto per  anni la vita della città”.
“Legittima, da parte di chi agisce surrogando il Comune”, si legge, “è quindi la richiesta di risarcire non solo il danno patrimoniale, ma anche quello non patrimoniale, in quanto entrano in gioco anche il diritto all’immagine, ad esempio di una città, al regolare sviluppo delle sue attività produttive e il diritto al mantenimento della propria identità storica e culturale”. “Per seguire negli anni il caso Tamoil”, osserva il giudice, “il Comune ha dovuto profondere attenzione ed energie che hanno inciso sull’impegno patrimoniale dell’Ente. Dal 2001 sino ad epoca recente ha dovuto organizzare le Conferenze dei Servizi, partecipare a sopralluoghi e incontri tecnici nelle zone colpite dalla contaminazione, coinvolgendo funzionari e dipendenti comunali e anche Agenti della Polizia Municipale, ha costituito l’Osservatorio Tamoil con il compito di approfondire la situazione che si stava via via sviluppando, ha dovuto emettere, nella persona del Sindaco, numerose ordinanze urgenti non solo con riferimento alla contaminazione delle falde acquifere, ma anche con riferimento al fenomeno dei gas esplosivi”. “Costretto”, insomma, “a dirottare risorse umane, di tempo e patrimoniali sul caso Tamoil, sottraendole alla cura degli interessi dei cittadini”. Dunque, per il giudice, “assume rilievo, sotto il profilo del danno non patrimoniale, la lesione al diritto soggettivo all’immagine e all’identità storica e culturale della città, salita un gran numero di volte alle cronache non più come una città ‘ben conservata’, ma come una città, sulle sponde del fiume non lontane dal centro, seriamente ‘inquinata’”.

LE REAZIONI

In merito alla motivazione della sentenza è intervenuto l’assessore al Territorio e alla Salute del Comune di Cremona Alessia Manfredini. “Abbiamo acquisito le 400 pagine della sentenza Tamoil”, ha fatto sapere l’assessore. “Ora che il faldone è in Comune, ci impegniamo con i nostri uffici legali ad approfondire tutta la documentazione e ad entrare nel merito nelle prossime sedute di Giunta. Ribadiamo che per noi la tutela della salute e la salvaguardia dell’ambiente sono valori indispensabili e quindi il nostro impegno sarà massimo in questa direzione. Inoltre, nei prossimi giorni, sono già in programma una serie di incontri con l’ufficio legale del Comune sulla costituzione contro il ricorso di Tamoil in merito alla richiesta di fideiussione sul progetto MISO (messa in sicurezza operativa)”.

“Una sentenza storica e pilota” l’ha definita Sergio Ravelli, presidente dell’Associazione radicale Piero Welby che proprio sabato scorso, sul caso Tamoil, ha tenuto una conferenza stampa alla quale hanno preso parte gli avvocati di parte civile Alessio Romanelli e Claudio Tampelli, Maurizio Turco, tesoriere del Partito Radicale, e il segretario dell’associazione radicale cremonese Gino Ruggeri, il cittadino elettore che ha sostituito in processo il Comune di Cremona.
“La motivazione depositata oggi dal giudice”, ha commentato Ravelli, “confermano in pieno le documentate e decennali denunce dei radicali di Cremona, sia sul fronte ambientale che su quello politico. Chi non ha voluto ascoltare la voce solitaria e silenziata dei radicali ora avrà modo di ricredersi. Speriamo solo che da oggi possa iniziare una nuova storia e che le istituzioni pubbliche, i soggetti politici, imprenditoriali e sindacali sappiamo finalmente operare per il bene della collettività, per la difesa dell’ambiente e della salute pubblica”.

Gli avvocati di parte civile: da sinistra, Cannavò, Beretta, Romanelli, Gennari, Tampelli, Castelli e Lattari

Sara Pizzorni

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