Cronaca

Gli amici ricordano Gian, il 'santo giovane' stroncato dal cancro

foto Sessa

La morte è arrivata a soli vent’anni per Gianluca Firetti, di Sospiro, portato via da un sarcoma osseo lo scorso 30 gennaio all’hospice dell’Ospedale. La sua figura, il suo alto esempio di come affrontare l’inspiegabile, sono stati ricordati questo pomeriggio, venerdì 13 febbraio nella chiesa del Seminario, in occasione dello spettacolo spirato al libro scritto a quattro mani con don Marco D’Agostino “Spaccato in due. L’alfabeto di Luca” (Ed. San Paolo, Cinisello Balsamo). Riflessioni nate di getto, tra il 2 e l’8 gennaio, che condensano, partendo dalle 21 lettere lettere dell’alfabeto, il senso della sofferenza e dell’attaccamento alla vita, la visione delle cose e il giusto peso da dare ad esse.  A come “adesso”, B come “buon anno”, C come “carrello”, e così via, fino all’ultima lettera dell”alfabeto che però Gianluca non ha voluto scrivere ed è stata aggiunta da don D’Agostino il giorno del funerale.

“Gian – ricorda l’amico don Marco –  era un ragazzo pulito, senza sbavature, che aveva la coscienza della sua vita malata e affrontava tutto con umiltà, senza gelosie o sensi di colpa, senza invidia per chi stava bene, ma nella sua fede e nella felicità delle piccole cose – un the preso insieme, un pezzetto di cioccolato della pasticceria, una maglietta, una tazza con una scritta spiritosa, una preghiera, un sms – era contento del momento che viveva intensamente. Con molta fede e preghiera. Mamma Laura, papà Luciano e soprattutto suo fratello Federico, insieme a parenti e amici, personale medico e paramedico, volontari hanno potuto entrare nella vita di Gian e rubarne il tesoro più prezioso. È un libro luminoso, pieno di verità e di buone notizie. Nonostante l’osteosarcoma lavorasse per la distruzione fisica di Gian, lui, nella fede e nell’amore, ha lavorato perché la sua vita potesse essere bella e splendente, fino all’ultimo momento. E così è stato. Gian è un santo giovane delle nostre terre e il libro, in fondo il suo testamento, ne renderà merito”.

 

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