Cultura

La staffetta partigiana Lidia Menapace questa sera a SpazioComune

Importante appuntamento per l’antifascismo nonviolento, quello organizzato per questa sera alle 20,45 a SpazioComune (piazza Stradivari). Lidia Menapace  – insegnante e saggista?, animatrice dei movimenti pacifisti e femministi – porterà la preziosa  testimonianza di chi ha vissuto in prima persona la Resistenza (è stata staffetta partigiana), traendo la conclusione dell’inutilità della violenza nell’ambito delle lotte per la conquista della democrazia. “Allora – scrive –  la scelta era netta: dalla parte del nazifascismo oppure con la Resistenza… Ma con l’impegno di non portare armi. Non avrei mai saputo sparare ad alcuno”. Nel primo dopoguerra si forma nei movimenti giovanili cattolici, impegnandosi in particolare nella FUCI. All’inizio degli anni Sessanta è docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Partecipa a molteplici esperienze delle comunità cristiane di base e del “dissenso cattolico”, per il rinnovamento della Chiesa. Nel 1969 è tra i fondatori de “Il Manifesto”, quindi la troviamo tra i promotori del movimento “Cristiani per il Socialismo”. Animatrice di alcune innovative esperienze della “nuova Sinistra”, negli anni Ottanta è consigliera a Roma per il Pdup. Nel 2006 viene eletta in Parlamento come indipendente nelle liste del Prc. Dal 2011 ha scelto di dedicarsi al rilancio della “Nuova Resistenza” dell’ANPI Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. Da decenni è ispiratrice e animatrice del movimento pacifista e nonviolento, con particolare attenzione all’antimilitarismo, alla diplomazia popolare e alla solidarietà internazionale.

Ad organizzare l’incontro a Cremona un gruppo di “cremonesi nonviolenti” che fanno riferimento a quelle associazioni (tra cui Arci e Anpi) che il giorno prima del corteo degli autonomi del 24 gennaio avevano manifestato silenziosamente davanti alla Prefettura contro le aggressioni di stampo fascista da cui quel corteo era nato. L’appello alla partecipazione viene da Gigi Rossetti: “Non saranno il basso profilo o il silenzio, nè basterà un riposizionamento indistinto o ‘equidistante’, a rimotivare e riaffermare l’indispensabile fondamento antifascista della nostra civiltà democratica scolpito nella stessa Costituzione, a contribuire ad uscire dalla spirale negativa di questa fase e al tempo della crisi con quel “di più” di partecipazione democratica che è in fondo il solo vero antidoto al fascismo e alla violenza. Esserci, dire e fare insieme, in queste settimane e nei prossimi mesi, ci pare un imprescindibile atto di consapevolezza e responsabilità democratica, per noi e per tutti. Ma anche un fondamentale atto di salvaguardia delle nostre culture, delle nostre pratiche, delle nostre organizzazioni davanti a quella che assume già i tratti di una campagna qualunquista e reazionaria di delegittimazione dell’antifascismo, di denigrazione o addirittura criminalizzazione di qualsiasi forma di attivismo e di lotta sociale. Auspichiamo naturalmente che anche altri soggetti e soprattutto gli enti e le istituzioni locali si muovano su diversi livelli con una nuova consapevolezza e determinazione della gravità dei problemi”.

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