Cultura

Palazzo Cittanova, il rilancio difficile I gestori del Filo gli unici a farsi avanti

E’ una soltanto la proposta pervenuta in Comune entro il termine del 30 gennaio, relativa alla valorizzazione di Palazzo Cittanova per attività di cultura e spettacolo. La proposta (non ancora visionata dagli uffici comunali, lo sarà nei prossimi giorni) proviene dagli attuali gestori del Cinema teatro Filo, Luca Beltrami e Giovanni Schintu. “Non sapevamo  ancora quanti avessero partecipato”, spiega Beltrami. “Per quanto ci riguarda abbiamo proposto un’idea di utilizzo che a noi piace molto, ma che dovrà fare i conti con gli alti costi di gestione e con molte altre incognite”. L’idea portante del progetto ruota attorno all’attività cinematografica: “Pensiamo ad un ‘Filo 2’, uno spazio cinematografico, cioè che non sia concorrenziale con l’offerta già presente in città, ma aperto ad altri tipi di proiezioni, che in una città di quasi 70mila abitanti possono trovare spazio. Pensiamo ad una programmazione complementare a quella del Filo, mantenendo il doppio binario di spazio teatro, ma puntando decisamente sul cinema. Aprendo al cinema sperimentale piuttosto che commerciale (non un doppione delle multisale, però); o anche alle dirette in digitale dai teatri. In una città come Cremona pensiamo ci sia ulteriore spazio rispetto ai due cinema d’essai presenti” (l’altro è il Cinechaplin, ndr). Tra le difficoltà presenti nel bando c’è quella di dover far convivere un’impresa commerciale con le esigenze di fruizione pubblica della sala. Il Cittanova infatti rimarrebbe aperto per eventi pubblici come avviene adesso, anche se in maniera più normata; sarebbero i nuovi gestori a doversi far carico di apertura / chiusura della sala, pulizia, riscaldamento e quant’altro. E le tariffe di utilizzo attuali sono – fa notare Beltrami – le stesse del 2006. C’è poi il discorso delle attrezzature tecnologiche che dovrebbero essere adeguate, a cominciare da un nuovo proiettore digitale con un investimento nell’ordine dei 50mila euro.

Proprio queste difficoltà hanno evidentemente frenato altri operatori. Palazzo Cittanova è prestigioso ma decisamente ingombrante, collocato in una zona della città che ha grande bisogno di rivitalizzazione, ma con l’incognita di un mercato che potrebbe anche non rispondere secondo le aspettative.  Qualsiasi intervento di valorizzazione anche strutturale dell’edificio sarà a costo zero per il Comune e a carico dei concessionari, che poi lasceranno le migliorie al proprietario. La durata della concessione è prevista di tre anni, rinnovabili per altri tre. Le possibilità di utilizzo come teatro sono pure limitate da una serie di caratteristiche: il palco è più che altro una pedana e non vi sono quinte.

“Si tratta di linee di indirizzo – commentava l’assessore alla Città vivibile e Rigenerazione urbana Barbara Manfredini al momento del varo del bando – per iniziare un percorso di condivisione e di coprogettazione su palazzo Cittanova con un’attenzione agli operatori locali, in un’ottica di salvaguardia della fruizione pubblica e di promozione di attività nell’ambito culturale e dello spettacolo”.

Giuliana Biagi

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