Cronaca

Corteo antifascista sfila per Cremona Tra i manifestanti anche il figlio di Emilio

foto Sessa

Slogan gridati a gran voce contro gli avversari politici, ma nessuna intemperanza al corteo antifascista organizzato dal centro sociale Dordoni a seguito dei fatti di domenica pomeriggio, che ha visto la partecipazione di oltre cento militanti. Tra le persone che alle 18,30 si sono radunate sotto i portici del Comune, anche uno dei tre figli di Emilio V., il 50enne originario del lodigiano ma tra i fondatori del centro sociale autogestito, rimasto gravemente ferito in via Mantova (in ospedale accanto al padre gli altri due figli, insieme alla madre). Anche l’ultimo bollettino medico emesso dall’Ospedale alle 19 conferma i precedenti, ossia una situazione grave ma stazionaria.

Al momento dell’adunata, sotto il Municipio, si sono sentiti tra l’altro anche  slogan rivolti contro il sindaco Galimberti, accusato di non aver fatto nulla per “allontanare i fascisti dalla città”. E diversi hanno gridato “Galimberti, va a casa”. Il corteo si è poi subito diretto verso piazza Cadorna percorrendo corso Vittorio Emanuele II, e da qui via Massarotti, fino a via Grado. Costantemente presidiato dagli agenti della Questura, della Digos e dei carabinieri. In un primo momento si è pensato che l’itinerario adasse a toccare anche via Geromini, dove ha sede Casa Pound, invece si è mosso in direzione corso Garibaldi, corso Campi, per sciogliersi infine in piazza Stradivari.

Moltissimi gli slogan contro CasaPound e in genere contro il fascismo squadrista gridati durante tutta la manifestazione, svoltasi pacificamente e senza provocazioni. Forte la volontà di stringersi attorno al “compagno Emilio”, e alla dura prova che sta attraversando. “Emilio è uno di noi” hanno detto a gran voce i manifestanti, ricordando che sabato 24 Cremona sarà teatro di una grande manifestazione antifascista, che vedrà partecipanti da tutta Italia.

LA CURVA SUD SI DISSOCIA – “Con queste poche righe – scrivono in un comunicato stampa diffuso nel tardo pomeriggio del 19  i tifosi della curva sud Erminio Favalli –  i gruppi della Tifoseria organizzata vogliono dissociarsi nella maniera più completa dai fatti accaduti ieri nel post-partita nei pressi del centro sociale Dordoni, in via Mantova.  Sono bastate poche ore per leggerne di tutti i colori sia su internet, che sulla carta stampata, ma solo la fatalità ha voluto che le tensioni tra gli autonomi e Casapound scoppiassero nei pressi dello stadio Zini.Non vogliamo entrare nel merito su chi abbia ragione o su chi abbia torto perchè non è compito nostro, ma, tanto per essere chiari, la Curva Sud Erminio Favalli non è, non è mai stata e non sarà mai politicizzata come invece qualcuno si ostina a scrivere. Non esistono tra noi spaccature di matrice politica, nè coinvolgimenti verso l’una o verso l’altra fazione, come non esiste alcun coinvolgimento per i Nostri fratelli di Reggio Emilia o di Vicenza, Nostri ospiti per seguire la gara contro il Mantova. Lo stadio è luogo di aggregazione, dove si trovano spalla a spalla l’avvocato e il muratore, il rosso, il nero e il moderato, e dove l’unica – e ribadiamo, l’unica – fede è quella per i colori grigiorossi, che indossiamo e che portiamo con fierezza in giro per tutta Italia. Per questo prendiamo nettamente le distanze da quanto si legge sul nostro conto e dagli scontri di ieri, quel mare di fango che qualcuno sta buttando sulla Nostra curva, simbolo di una fede incrollabile che mai sarà mai dipinta di colori diversi dal grigiorosso”.

l.b. – g.b.


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