Economia

Cremona e Parma “clonate” in Cina? Il caso approda al Parlamento Europeo

L’on. Gianluca Susta (Gruppo dell’Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo) insieme all’on. Mario Pirillo ha presentato a Strasburgo un’interrogazione urgente sulla nascita in Cina di nuovi agglomerati industriali denominati “Parma” e “Cremona”, dove si vorrebbero concentrare nel primo caso l’allevamento di maiali e la produzione di prosciutti, nel secondo caso la locale produzione di violini e di altri strumenti ad arco.
L’Unione Europea si è già preoccupata, negli anni, dei problemi legati alla contraffazione o alla clonazione di un marchio industriale. Il caso questa volta è ancora più spinoso, poiché ad essere clonato sarebbe un toponimo, e non esiste allo stato dei fatti alcuna normativa che lo impedisca. Il rischio è che prosciutti o violini cinesi possano essere – surrettiziamente ma non illegittimamente – introdotti sul mercato mondiale con la denominazione di origine “Parma” e “Cremona”.
«Nel caso della liuteria – sottolinea Giuseppe Torchio – non si tratta di invocare mere misure protezionistiche, che si rivelerebbero inutili. Si tratta di difendere il toponimo e quindi l’identità stessa della liuteria cremonese, sapendo al contempo che l’inaspettata diffusione della musica classica occidentale in Cina apre in realtà un mercato nuovo ed immenso per i liutai cremonesi, se sapranno cogliere questa occasione».

Ecco il testo dell’interrogazione firmata dagli onorevoli Susta e Pirillo.

Avendo appreso da fonti giornalistiche che in Cina sarebbero già sorte o starebbero sorgendo nuove città, essenzialmente agglomerati industriali, che – con uno stratagemma toponomastico – riprendono nomi di storiche città europee (in questo caso, Parma e Cremona) col solo fine di poter produrre in Cina prodotti alimentari, di artigianato, di manifattura simili a prodotti storicamente realizzati nella UE (ad esempio, il prosciutto di Parma o i violini di Cremona) utilizzando strumentalmente una denominazione di origine del prodotto del tutto fuorviante per i consumatori europei (in questo caso “prosciutto di Parma” o “Cremona liuteria”…);

i sottoscritti interrogano la Commissione esecutiva per sapere:

1) se la notizia é a Sua conoscenza e se si hanno notizie di altri casi simili a quelli menzionati, anche in altri Paesi;

2) se non ritenga che tale prassi sia identificabile come vera e propria concorrenza sleale, utilizzo non corretto delle denominazioni di origine protetta, favorisca la contraffazione internazionale e rappresenti un inganno ai consumatori;

3) quali azioni intenda intraprendere per garantire la cessazione di tali pratiche sleali da parte delle autorità cinesi e di eventuali altri Paesi.

 

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