Economia

Suinicoltura in difficoltà Coldiretti: 'E arriva prosciutto senza maiale'

Un altro colpo alla suinicoltura, settore importante per il territorio cremonese, che già deve fare i conti con il calo di animali allevati degli ultimi anni, arriverebbe dal prosciutto senza carne di maiale e con più acqua e additivi chimici sinora vietati, a danno dei consumatori e degli allevatori. A lanciare l’allarme è l’associazione del mondo agricolo Coldiretti, sulla base della proposta di schema di decreto ministeriale che rivede la normativa sulla preparazione dei salumi, introducendo “una serie di allucinanti novità, che senza dubbio avranno riflessi negativi sugli allevamenti di maiali”. Un fatto particolarmente grave per una terra come Cremona, culla della suinicoltura lombarda, che vanta oltre 920mila capi allevati.

“Si vorrebbe chiamare ‘prosciutto’ un salume realizzato senza carne di maiale – denuncia Paolo Voltini, presidente di Coldiretti Cremona –. Nonostante eventuali specifiche in merito al tipo di carne, questa definizione sarebbe comunque fuorviante, alla luce di quella che è la cultura alimentare italiana”. “Aumenta inoltre il contenuto di acqua consentito, che sarà pagato dagli acquirenti come se fosse carne – aggiunge Voltini –. L’incremento del tasso di umidità previsto per le tre categorie di prosciutto cotto, prosciutto cotto scelto e prosciutto cotto di alta qualità andrà a minare la qualità del prodotto stesso a discapito del maiale nostrano, le cui carni hanno caratteristiche qualitative superiori a quelle dei maiali importati dai paesi del nord Europa”.

Ad essere fortemente penalizzati sarebbero gli allevatori italiani: “La nostra suinicoltura sta già attraversando una lunga stagione di difficoltà, con quotazioni dei suini che non coprono nemmeno i costi di produzione. In provincia di Cremona in tre anni si sono persi oltre 100mila capi allevati – evidenzia Tino Arosio, direttore di Coldiretti Cremona –. Anziché preoccuparsi di tutelare la nostra suinicoltura d’eccellenza dal continuo ingresso di carni anomiche, che poi vengono spacciate per made in Italy, che cosa accade? Che si va a danneggiare ulteriormente gli allevatori, e ad imbrogliare i cittadini, inventandosi una norma che permette di chiamare prosciutto un salume senza carne di maiale. Si aggiunga che il decreto cancella anche il divieto di utilizzo di aromi chimici, aprendo così la strada alla possibilità di correggere gusto e sapore dei salumi fatti con materia prima scadente e di dubbia origine”. “Paradossalmente – conclude Arosio – viene invece mantenuta la facoltà di utilizzare le cosce di maiale congelate per produrre il prosciutto crudo stagionato, facendo finta di ignorare che, proprio a causa di questa possibilità, due prosciutti su tre venduti oggi in Italia provengono da maiali allevati in Olanda, Danimarca, Francia, Germania e Spagna, senza che questo venga evidenziato chiaramente in etichetta dove non è ancora obbligatorio indicare l’origine”.

“A difendere le novità del decreto – evidenzia Coldiretti – non è tanto chi lo ha proposto. A scendere animosamente in campo sono stati solo i ‘furbetti del prosciuttino’. Con l’endorsement degli industriali della carne dell’Assica a favore del provvedimento finalmente si chiarisce a tutti gli italiani come sia nato lo schema di decreto che consente di realizzare prosciutto senza carne di maiale, ma che può contenere più acqua e aromi chimici”.

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