Truffa polizze, quattro compagnie assicurative parti civili dal gup
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Quattro le compagnie assicurative che si sono costituite parti civili nel processo sulle ‘Polizze tarocco’ che si celebra davanti al gup Letizia Platè. Si tratta della Toro, Sara, UnipolSai e Carige. Sotto accusa per associazione a delinquere, truffa ai danni dello Stato, ricettazione e falso, ci sono sette persone, tra cui i quattro che al termine dell’indagine della polizia stradale erano finiti in manette: Giuseppe Aruta, 30 anni, nato a Nola, residente a Torricella del Pizzo, l’unico ancora in carcere, assistito dall’avvocato Giuditta Evangelisti, Massimiliano Muto, 43 anni, residente a Napoli, difeso dai legali Antonio Prejanò e Manuela Zuzolo, Patrizio Salvatore, 30 anni, nato a Foggia, residente a Colorno, difeso dall’avvocato Silvia Farina, ed Eugenio Guaglione, 41 anni, residente a Napoli, assistito dall’avvocato Massimo Tabaglio. Gli altri sono un 40enne di Bari, un 35enne di Palma Campania e un 45enne di Napoli.
Per l’accusa, stipulavano polizze assicurative per veicoli in agenzie in provincia di Cremona con documentazione falsa per poi “girarle” a ditte e persone residenti in Campania. In questo modo pagavano premi ben inferiori rispetto a quelli previsti se li avessero pagati nella regione in cui risiedevano gli assicurati (considerata l’alta sinistrosità della Campania i premi raggiungevano cifre tre volte maggiori).
Quasi 300 le polizze “taroccate”, apparentemente destinate ad autocarri adibiti al trasporto merci, e in particolare a marmo in blocchi, che, in questo modo, ottenevano anche sconti riservati a queste categorie di merci. Ottenute le polizze, provvedevano a destinarle ai reali proprietari dei veicoli tutti residenti nelle province di Napoli e Caserta. Le indagini erano cominciate nell’ottobre del 2012.
Per Muto e Aruta, i legali hanno chiesto ed ottenuto il processo con il rito abbreviato. Nel corso dell’udienza, l’avvocato Tabaglio ha sollevato un’eccezione di incompetenza territoriale, chiedendo di spostare il processo a Napoli in quanto il reato più grave sarebbe accaduto proprio nella città partenopea. Il processo, però, così come deciso dal giudice Platè, resterà a Cremona, poiché non è certo che il reato di ricettazione sia stato commesso a Napoli. Dagli atti, invece, è stato comprovato che il reato connesso di truffa sia accaduto in provincia di Cremona.
L’udienza è stata aggiornata al prossimo 29 ottobre.
Sara Pizzorni
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