Ambiente

Inceneritore: a settembre Tavolo Regionale, tantiquesiti irrisolti

Da sinistra: Alessia Manfredini, Gianluca Galimberti, Cristina Terzi

Rifiuti e inceneritore, altro tema all’ordine del giorno per il Comune di Cremona. Si è svolto lunedì 4 agosto a Milano presso la Regione, un incontro tra il sindaco Gianluca Galimberti e l’assessore al Territorio e alla Salute Alessia Manfredini con l’assessore all’Ambiente  Claudia Maria Terzi per fare il punto sul protocollo d’intesa – firmato, lo scorso mese di maggio, da Regione, Comune, Provincia, Arpa e ASL per la costituzione di un gruppo di lavoro interistituzionale – finalizzato alla valutazione tecnica del ruolo dell’impianto di incenerimento rifiuti di Cremona nella filiera di gestione dei rifiuti urbani a scala comunale, provinciale e regionale e alla valutazione di possibili alternative all’esercizio dello stesso (decommissioning).
‘Nel confronto con l’assessore regionale – si legge in un comunicato stampa al termine dell’incontro – il sindaco Gianluca Galimberti e l’assessore Alessia Manfredini, in piena sintonia con il contenuto dell’atto sottoscritto nei mesi scorsi, hanno ribadito la volontà dell’Amministrazione, già espressa in campagna elettorale, di un graduale spegnimento dell’inceneritore basato su un serio piano industriale’.
Gli amministratori hanno inoltre espresso la ‘volontà di un percorso condiviso con le istituzioni, con la proprietà, Linea Group Holding, e con il gestore Aem Gestioni s.r.l., entrando nel merito del piano economico e finanziario dell’impianto e degli scenari possibili. A tale proposito, alla settembre, la Regione convocherà il tavolo di lavoro previsto dal protocollo di intesa, del quale il Comune di Cremona sarà protagonista’

Dunque dall’incontro milanese non arriva per ora nessun risposta circa i piani industriali di Lgh, proprietaria dell’impianto di San Rocco, per capire quanto spazio vi sia per soluzioni alternative all’inceneritore. Nel 2017 l’Aia (autorizzazione integrata ambientale) scadrà ed entro allora dovrà essere chiarito se la società vuole davvero dare una svolta al sistema di gestione dei rifiuti. Il Comune di Cremona (sia con le linee guida votate a gennaio 2014, ancora di più con il programma del centrosinistra) ha chiesto entro il 2014 attraverso la propria partecipata Aem, di redigere uno studio di fattibilità economico finanziaria per lo spegnimento dell’inceneritore. Ormai siamo a metà anno: Aem sta realizzando questo studio? Inoltre: sta procedendo, sempre secondo gli input dell’azionista, a realizzare una simulazione sulla reale produzione di rifiuti delle varie utenze (domestiche e non domestiche), per arrivare a definire dei coefficienti su cui calcolare la tariffa puntuale? E così abbassare gli enormi costi della Tari per alcune categorie? E ancora: c’è l’intenzione di arrivare a una soluzione impiantistica che consenta di ricavare risorse dalla frazione umida, il 40% circa dell’intera produzione di rifiuti solidi urbani, che attualmente viene smaltita agli stessi, alti costi del rifiuto indifferenziato? In provincia di Cremona esiste un solo impianto di recupero della frazione umida, realizzato a Castelleone da una società mista pubblico privato, impianto insufficiente a dare un ritorno economic0 significativo ai fini della riduzione dei costi di smaltimento.

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