Tari, imprese sul piede di guerra Per le famiglie va un po' meglio
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Si potrebbe dire, parlando della tanto vituperata Tari, la nuova tassa rifiuti la cui prima rata scadrà il 31 luglio: se i commercianti, ossia le utenze non domestiche, piangono, quelle domestiche, quindi i privati cittadini, a Cremona, stanno un po’ meglio, almeno confrontando la tassazione di alcuni capoluoghi lombardi come Brescia, Bergamo e Lodi, comuni che per certi versi possono avvicinarsi, per caratteristiche, al nostro.
Inannzitutto come si calcola la tassa annua: bisogna moltiplicare i metri quadri dell’abitazione con la tariffa fissa e a ciò si aggiunge la quota di tariffa variabile. Da noi la tassazione della raccolta rifiuti per la famiglie formate da un componente fino a quelle di sei e più persone va, a scaglioni, per quanto riguardo la parte fissa del tributo, da 0,53 a 0,97 euro al metro quadro. Il parametro variabile, da 18 a 96 euro all’anno. Per dire, a Bergamo si va da 0,72 a 1,17 euro al metro quadro di quota fissa e da 50 a 170 euro l’anno per la variabile, a Brescia da 0,7 a 1,2 e da 36 a 97, infine a Lodi da 1,4 a oltre 2,2, parte fissa, e da 20,5 a 118, parte variabile.
Per fare un esempio, prendendo come riferimento una famiglia media, quindi di quattro componenti, che vive in un appartamento di 100 metri quadri, se vive a Cremona paga 153 euro, a Bergamo 222, a Brescia 186, a Lodi 272. Forse facendo un parallelo con la situazione in cui versano le utenze non domestiche, ossia le imprese commerciali e artigiane, viene da pensare che l’amministrazione precedente abbia fatto una precisa scelta, politica: far pendere la bilancia a favore delle utenze private.
s.bac.
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