Cronaca

Soldi per ridare l’iPad Assolto il presidente del Centro islamico

Nella foto, l’avvocato Alquati e Lahcen Maguini in tribunale

Assolto dall’accusa di tentata estorsione, condannato ad un mese e 100 euro di multa, pena sospesa e non menzione, per l’altro reato di ricettazione. Così ha deciso questa mattina il giudice Maria Stella Leone per Lahcen Maguini, 47 anni, il presidente del Centro islamico ‘La Speranza’ di Cremona, incensurato, operatore ecologico, arrestato il 28 maggio scorso dai carabinieri perché trovato in possesso di un mini iPad rubato che, secondo l’accusa, stava cercando di riconsegnare pretendendo in cambio la somma di 100 euro. Per l’imputato, che si è presentato in tribunale accompagnato dall’architetto ed ex assessore Massimo Terzi, lo stesso pm aveva chiesto l’assoluzione per la tentata estorsione, e la condanna a 4 mesi e 600 euro per ricettazione.

L’iPad-mini era di proprietà del sindaco di Sospiro, Paolo Abruzzi. L’apparecchio era stato rubato il 5 maggio scorso dall’istituto Sacra Famiglia alla moglie di Abruzzi, insegnante di musica. Dopo venti giorni il sindaco di Sospiro era stato contattato dal marocchino che gli aveva dato appuntamento in via XX Settembre al civico 37 per restituirgli l’iPad-mini. Il tablet, il 47enne lo aveva avuto da alcune persone alle quali aveva dato 50 euro, anche se loro ne volevano 100. ‘Te lo restituisco per 100 euro’, aveva detto Maguini ad Abruzzi. ‘No, è troppo, te ne dò 50’, era stata la risposta del sindaco, che si era anche sentito dire: ‘so che sei una brava persona, ho visto sullo schermo la foto di tua moglie e dei tuoi figli’, dando luogo, per l’avvocato della difesa Carlo Alquati, ad un malinteso.

“Quella frase”, ha spiegato il legale, “Abruzzi l’ha intesa come una minaccia, mentre il mio cliente non ha mai voluto intimidire nessuno. Al sindaco, Maguini  ha sì chiesto del denaro, ma solo perché a sua volta lui aveva sborsato dei soldi. Voleva rientrare dalle spese. E poi quando il mio assistito lo ha chiamato, l’ha fatto da un numero assolutamente visibile, quindi non si voleva certo nascondere”. Quando i due si erano incontrati in via XX Settembre, Abruzzi, che nel frattempo aveva chiamato i carabinieri, aveva detto al marocchino che non gli avrebbe dato denaro. A quel punto Maguini si era diretto verso il suo furgone per andare a prendere il tablet ma era stato fermato dai militari. “Glielo avrebbe restituito comunque anche senza prendere denaro”, ha aggiunto l’avvocato Alquati, soddisfatto che la buona fede del suo cliente sia stata riconosciuta dal giudice.

Sara Pizzorni

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