TALENTI CREMONESI ALL’ESTERO (19) Mattia Pegorini, venditore a Francoforte: «Qui le città sono più funzionali e offrono lavori più gratificanti»
Mattia Pegorini, 23enne laureato alla facoltà di Economia in Management Internazionale si trasferirà a Francoforte, in Germania tra qualche settimana. «Sono via da Cremona da due anni – racconta – ho studiato due anni a Stoccarda e adesso da metà ottobre partirò per il mio percorso lavorativo a Francoforte sul Meno, dove risiederò, per il momento, permanentemente». Mattia è un venditore commerciale. Ha deciso di andare all’estero alla ricerca di una carriera lavorativa. «Ho lasciato Cremona – spiega – perché non mi offriva dal punto di vista lavorativo un qualcosa che potesse soddisfare le mie richieste, le mie esigenze e dopo un percorso universitario della facoltà di economia presso la Università Cattolica del sacro Cuore di Piacenza e la ESB Reutlingen Business School (IPBS) ho ritenuto che la permanenza in questa città sarebbe stato un po’ tempo sprecato. Ho ritenuto che Cremona non fosse in grado di conferirmi delle prospettive sicure per il mio futuro».
«Cremona – dichiara – è sicuramente limitata dal punto di vista dei servizi, questo però è un concetto esteso a tutta l’Italia. In Germania, invece, c’è una semplicità maggiore in taluni servizi pubblici. Cremona è sicuramente una città molto bella, ricca d’arte, affascinante e importante. Però la bellezza di una città non conta, dev’essere funzionale e saper conferire sicurezze alle persone che ci vivono. Dal punto di vista lavorativo Cremona offre degli stipendi molto bassi e ciò costringe talvolta le persone ad una fuga in cerca di un lavoro migliore dal punto di vista remunerativo nelle grandi città o all’estero, dove gli stipendi sono il doppio o il triplo». Mattia è contento della scelta che ha fatto. «Tornerei a vivere lì? Su questa domanda mi ritrovo in una posizione incerta – confessa -. Da una parte sì perché sono all’inizio e spero che ci potrà essere un ritorno in patria, laddove ci saranno delle condizioni per le quali il ritornare darà sicuramente gratitudine e riconoscimento di ciò che si è fatto in questo tempo via; dall’altra no, perché potrei giustamente costruirmi una vita all’estero (non escludendo una famiglia), senza dover sentire la necessità di ritornare».
La vita nel quotidiano non è cambiata in maniera radicale. «Sicuramente mi sento più responsabile – dice – e sono io a decidere personalmente come condurre e organizzare la giornata. Affacciandosi con una realtà diversa incombono alcune caratteristiche nuove, le quali potrebbero donare delle sfumature di vita diverse da quelle precedenti».
Se non fosse partito per la Germania avrebbe optato per il Sudtirolo. «Pur non essendo d’accordo con gli ideali di vita di quella terra – conclude -, sono sicuro che avrebbe saputo darmi, in quanto regione autonoma, la tranquillità e la libertà che la Germania ora sta dando a me. E inoltre si parla tedesco, mia passione da quand’ero bambino».