Consiglio comunale: Perri si dimette Simona Pasquali eletta presidente
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Seduta gremita per il primo Consiglio comunale della Giunta Galimberti. Dopo l’approvazione della composizione del nuovo consiglio (31 voti favorevoli e un astenuto), il sindaco Gianluca Galimberti ha fatto il proprio giuramento, presentando poi la Giunta ed elencando poi agli assessori i loro doveri. Nel suo discorso di insediamento, ha voluto ringraziare i dipendenti e i dirigenti, “che di questo Comune sono le colonne portanti”, e con cui egli vuole “costruire un percorso al termine del quale tutti possano dire di essere orgogliosi del privilegio oneroso di lavorare nella pubblica amministrazione”.
Galimberti ha quindi ringraziato la precedente Giunta “per il lavoro fatto. Dire grazie a chi ci ha preceduto significa affermare che la dignità delle istituzioni si incarna certo nella nostra vita, ma, allo stesso tempo, la supera, dentro una storia lunga, costruita anche grazie a chi ci ha preceduto. Questo grazie significa essenzialmente riconoscere che l’istituzione non è di nessun politico né dirigente, non è proprietà di chi vince le elezioni, ma è solo ed unicamente patrimonio della comunità”.
Il sindaco ha poi evidenziato quanto già sta facendo la Giunta: “Ci siamo già messi abbondantemente al lavoro. Come sapete io ho costruito l’assetto assessorile, che è realizzato sulla base dei contenuti del programma con cui abbiamo vinto le elezioni. Le deleghe al singolo assessore hanno un significato preciso solo se messe in relazione a quelle degli altri colleghi di Giunta, in una visione di insieme che corrisponde a quella necessaria visione di insieme nell’analisi dei problemi della città, nell’individuazione di scelte e nella costruzione di una idea di futuro per Cremona”. Ha quindi sottolineato che “Lavoreremo in staff, individuando azioni e responsabilità, con la consapevolezza di non avere una bacchetta magica e di doverci confrontare con la realtà, riconoscendo i nostri errori e lavorando secondo logiche di partecipazione”.
Dopo il saluto di Galimberti il consiglio ha proceduto con l’elezione del proprio presidente, con voto segreto. Il nuovo presidente, con 19 voti, è risultata essere Simona Pasquali. Vice, con 6 voti, Andrea Sozzi (assente giustificato perché in viaggio di nozze). Un voto è andato a Giancarlo Schifano, uno a Lucia Lanfredi e 5 sono state le schede bianche.
Infine è intervenuto l’ex sindaco, Oreste Perri, che ha ufficialmente rinunciato al suo incarico di consigliere comunale (al suo posto entrerà Luigi Amore, già assessore ai servizi sociali). “Ritengo, nei cinque anni trascorsi, di aver fatto il mio dovere a servizio dei cittadini con abnegazione. Auspico ora che l’operato della nuova Giunta contribuirà a rendere la nostra città più bella. Dal canto mio, ho deciso di rinunciare all’incarico in Consiglio per motivi di carattere personale. Ma credo che chi occuperà questi banchi manterrà alta l’autorevolezza della istituzione. Auspico che si lavori nel rispetto delle persone e senza basarsi su logiche di appartenenza politica. Auguro a Galimberti di essere contento, come lo sono stato io, di servire la città, e gli passo il testimone con grande stima nella sua persona e con fiducia sul risultato della sua Giunta”.
IL DISCORSO DI INSEDIAMENTO DI GIANLUCA GALIMBERTI
Le istituzioni democratiche, che noi ora, in questa nostra città, rappresentiamo, si fondano su quell’esercizio alto e nobile del voto, per il quale i nostri padri e le nostre madri hanno dato la loro vita decenni fa: ne siamo consapevoli e ne sentiamo tutto l’onere della responsabilità.
La Costituzione del nostro paese, alla quale hanno dato vita culture e storie differenti, unite da un comune anelito alla libertà e alla democrazia, racconta una struttura statuale, in cui le istituzioni centrali si fondano su quelle locali e, tra queste, l’amministrazione comunale rappresenta l’elemento più vicino alla vita delle persone, che abitano e rendono vivo un territorio. Pertanto noi oggi, con questo nostro primo Consiglio Comunale, rendiamo vive e presenti le Istituzioni dell’intero paese.
E poiché sulla realtà dei territori e sulla dignità delle loro Istituzioni si fonda, nella sua essenza più alta, l’intera costruzione europea, possiamo dire che noi, oggi, nel nostro piccolo e allo stesso tempo con tutta la grandezza della nostra storia, contribuiamo alla vita stessa dell’intera Europa.
C’è dunque davvero una sacralità in questi atti, di cui oggi noi siamo interpreti e che rappresentano, potrei dire, riti sacri di una comunità civile: ora insieme stiamo vivendo questa sacralità e certo tutti noi ne sentiamo il peso e la grandezza.
Ma le istituzioni, in fondo, acquistano un senso dalla vita stessa delle persone che le incarnano. Abbiamo quindi un’essenziale missione: quella di mantenere alto l’onore di questo Consiglio comunale, attraverso l’onorabilità stessa delle nostre scelte personali, il rigore morale dei nostri atteggiamenti, la trasparenza dei nostri atti, l’etica civile con cui staremo e vivremo in queste aule e fuori da esse.
Poiché sono le persone a rendere sacra l’istituzione, desidero qui ora subito ricordare e ringraziare chi in questa realtà opera e lavora: dipendenti e dirigenti, che di questo comune sono le colonne portanti. Alcuni li ho già incontrati, altri li incontrerò nei prossimi giorni. Sono loro innanzitutto, che possono e devono rendere sacra l’istituzione comunale attraverso il loro quotidiano lavoro. C’è un orgoglio da recuperare, ci sono motivazioni da ritrovare, c’è una capacità di innovazione da sperimentare: noi vorremmo essere al loro fianco, nella distinzione dei ruoli, definita e da interpretare e verificare costantemente, nel rispetto del loro lavoro, nel desiderio di essere indirizzo politico, stimolo all’innovazione, controllo efficace e operoso.
A tutti loro va il mio ringraziamento per l’accoglienza che mi hanno dimostrato e va anche la mia richiesta e offerta entusiasta di lavorare insieme, di costruire un percorso, al termine del quale tutti possano dire di essere orgogliosi del privilegio oneroso di lavorare nella pubblica amministrazione.
Il senso delle istituzioni e della loro alta dignità, che tante volte abbiamo ricordato nei mesi scorsi e che ha guidato e guiderà il nostro agire, diventa oggi un grazie: grazie alla precedente amministrazione, al professor Oreste Perri e ai suoi assessori, per il lavoro e la fatica di questi anni. Dire grazie a chi ci ha preceduto significa affermare che la dignità delle istituzioni si incarna certo nella nostra vita, ma, allo stesso tempo, la supera, dentro una storia lunga, costruita anche grazie a chi ci ha preceduto. Questo grazie significa essenzialmente riconoscere che l’istituzione non è di nessun politico né dirigente, non è proprietà di chi vince le elezioni, ma è solo ed unicamente patrimonio della comunità, patrimonio prezioso che altri prima di noi hanno, con limiti e pregi, custodito e che ora spetta a noi, con limiti certo, ma con idee nuove e passione custodire ed accrescere.
Noi figli di una storia lunga di ideali democratici, di aneliti alla giustizia, di desideri di bene comune che prima di noi cittadine e cittadini di questo paese hanno incarnato, oggi e ogni volta che qui ci incontreremo avremo la possibilità di rendere presente e fruttuosa questa storia.
Sono passati diciotto giorni dalla mia proclamazione a sindaco di Cremona, quattordici dalla presentazione degli assessori e delle loro deleghe, dieci dall’insediamento della Giunta. Ci siamo già messi abbondantemente al lavoro. Come sapete io ho costruito l’assetto assessorile, che è realizzato sulla base dei contenuti del programma con cui abbiamo vinto le elezioni. Le deleghe al singolo assessore hanno un significato preciso solo se messe in relazione a quelle degli altri colleghi di Giunta, in una visione di insieme che corrisponde a quella necessaria visione di insieme nell’analisi dei problemi della città, nell’individuazione di scelte e nella costruzione di una idea di futuro per Cremona. È proprio questa visione di insieme che aspira ad individuare un metodo di lavoro innovativo, ispirato ad assetti organizzativi nuovi di altre realtà amministrative. Si tratta tecnicamente di un assetto “a matrice”, in cui deleghe di diversi assessori si uniscono in Aree (come l’Area welfare, l’Area urbanistica e l’Area sviluppo), dentro le quali assessori e dirigenti lavoreranno insieme con funzione programmatoria e di verifica.
Voglio qui ringraziare gli assessori: scelti all’interno della ricchezza della coalizione, hanno mostrato immediatamente un impegno all’altezza del compito e dimostrato fin da subito di essere concordi rispetto alle scelte metodologiche fatte, con una professionalità e un’intelligenza necessarie, per imparare a lavorare insieme e affrontare le sfide che abbiamo davanti.
Vorrei ora descrivere meglio, seppure in breve, il metodo di lavoro scelto, perché sono convinto che l’impostazione di un metodo di lavoro sia essenziale per riuscire ad affrontare le sfide e per rendere produttiva l’azione. Il metodo impostato andrà verificato e, alla luce della verifica, eventualmente anche modificato per migliorarlo. Accanto alle Aree, stanno già lavorando gli Staff, gruppi di assessori e dirigenti e posizioni organizzative, più immediatamente operativi su questioni specifiche, con l’obiettivo di individuare azioni, responsabilità, tempi e metodi di verifica. Ne sono già partiti diversi (ad esempio su corso Garibaldi, su cultura e turismo, sull’Expo, sul Polo Tecnologico, sul progetto Po, sul PGT, sulle alienazioni, sul tema della casa, sulla comunicazione e altri ancora).
Se il metodo di lavoro scelto ha nel lavoro di squadra il suo punto di forza, un altro criterio ci ispira e conduce l’azione: darsi una tempistica precisa di realizzazione delle azioni scelte, definire quindi un cronoprogramma e verificare gli obiettivi raggiunti. Il controllo del nostro lavoro diventa quindi più trasparente, per noi lo stimolo è maggiore, per la macchina comunale un incentivo al miglioramento. Proprio il fattore tempo è infatti un elemento essenziale di efficienza, risparmio e controllo: dichiarare a noi stessi e ai cittadini che cosa si fa in quanto tempo è un punto essenziale di miglioramento per l’intera pubblica amministrazione.
Queste scelte, questo metodo e questi criteri rappresentano per noi anche un primo passo per impostare la riorganizzazione della macchina comunale. Un riordino è necessario e vogliamo costruirlo, valorizzando le energie presenti all’interno del Comune. La nostra prossima scadenza sarà al termine del mese di luglio, per un’ulteriore proposta di riorganizzazione alla luce delle scelte di contenuto e del metodo di lavoro impostati, sopra descritti.
Abbiamo solo iniziato, sappiamo che dovremo essere verificati, che dobbiamo ancora dimostrare la bontà del nostro agire e sappiamo che molto va ancora affrontato. Tuttavia la chiarezza dei primi passi, la definizione degli obiettivi e l’idea precisa di che cosa fare e di come farlo ci sembrano un punto di partenza importante.
Come sopra ricordato, le scelte sin qui fatte discendono dal programma per il quali siamo stati eletti: il nostro programma sarà la nostra stella polare. Ciò che abbiamo detto in campagna elettorale sta guidando le nostre scelte. Infatti sta a cuore a me e a tutti, l’impegno a dar seguito alle parole pronunciate in campagna elettorale. Ridare sostanza alle parole che si dicono, affermare che le parole che si pronunciano sono cariche di significato, che va rispettato e onorato con la coerenza delle decisioni è una scelta politica e di buona politica. Ma è anche una scelta a favore di una convivenza che rimetta la verità e l’onestà delle relazioni tra le persone al centro di tutto.
Entro il 30 settembre, nel discorso programmatico entreremo nello specifico delle scelte future.
Ritorno ora al luogo in cui ci troviamo, questa bellissima aula del nostro Consiglio comunale, per sottolineare un punto essenziale di azione politica. Nell’azione amministrativa il rapporto con il Consiglio Comunale e con i suoi consiglieri è fondamentale.
Due sono le parole chiave: autonomia e valorizzazione.
Autonomia significa in essenza rispetto della suddivisione dei poteri all’interno di una amministrazione, quello esecutivo e quello legislativo. Autonomia significa rispetto per la scelta, che con il loro voto tanti concittadini hanno fatto, di liste e spesso (molto spesso, in particolare per alcuni) di nomi di candidati. Autonomia significa anche rispetto di quella funzione democratica di controllo che il Consiglio deve esercitare nei confronti della Giunta.
Valorizzazione significa dare valore all’azione del Consiglio come luogo principe di espressione del voto democratico. Siamo consapevoli che la legislazione degli ultimi decenni ha dato alla Giunta un ruolo preponderante, ma abbiamo tutta la volontà politica di ridare centralità al Consiglio Comunale. Il desiderio di confronto sia il sale delle discussioni tra voi e con noi, confronto anche duro, ma mi auguro sempre leale e rispettoso, improntato ad uno stile che abbiamo fortemente voluto in tutta la campagna elettorale e che moltissimi in città e nel nostro paese si auspicano: stile di dialogo e di confronto civile.
Sempre nella vita di un’amministrazione e in alcuni momenti in particolare, il Consiglio è chiamato ad un lavoro essenziale di indirizzo e controllo, che per noi sarà fondamentale e senza il quale la nostra azione sarebbe menomata. Ci auspichiamo che le commissioni scelte siano luoghi di studio, confronto, proposta e verifica, con una passione competente ed un entusiasmo civile che molti nostri concittadini si aspettano. Nelle scelte delle commissioni, ci auspichiamo anche che un’attenzione particolare sia data a questioni come la legalità, la trasparenza e la lotta alla corruzione, così che il Consiglio sia presidio di legalità a favore di tutta la città.
Anche a voi il mio grazie, cari consiglieri, a tutti voi, di maggioranza e di minoranza, per l’impegno che vi siete assunti a rappresentare i cittadini nell’azione amministrativa di questa nostra città. E il mio ringraziamento va anche alle forze politiche, a tutte le forze politiche, che hanno messo in campo risorse umane e di idee, indispensabili ora per un percorso quanto più condiviso verso il bene comune.
La sacralità delle istituzioni impone a tutti il riconoscimento di uno stile, che a me piace molto chiamare stile della mitezza, di cui spesso abbiamo parlato in campagna elettorale. Chi è mite sa valutare, pesare ciò che conta davvero e ciò che è di minore importanza, conosce i propri difetti, che sono spesso simili a quelli degli altri e per questo fa di tutto per superarli; è coraggioso perché umile, è forte perché sa di non essere il centro del mondo e di dover dipendere dagli altri per imparare, per migliorare, per crescere. Il politico mite è un politico che ha la profonda consapevolezza di non avere bacchette magiche e che, proprio per questo, ha la capacità di ascoltare l’altro, ha il senso profondo della gratuità, perché sa che nulla è suo e che tutto gli è solo affidato, ha il coraggio di idee chiare, il desiderio di migliorare, di studiare, di imparare dalla realtà e dagli errori, di cambiare perché tutto si può fare meglio, di innovare perché si è sempre in cammino, ha idee chiare e principi per cui darebbe la vita e sa dire: ho sbagliato e avete ragione, perché ciò che conta è un bene condiviso, un bene comune. Non ho questa virtù della mitezza, ma tendo intensamente ad essa e vorrei continuare in questi anni ad impararla, magari insieme.
Lo stile è sostanza politica. Ricordiamolo sempre, aiutiamoci reciprocamente a ricordarlo: Giunta e Consiglio comunale.
Tutti noi, che siamo qui, dentro questo stile che auspico e per cui lavorerò, dobbiamo riconoscere chi nella nostra città è davvero importante, chi ha davvero potere è il bambino nelle corsie dei nostri ospedali e la sua famiglia, il cinquantenne che con onestà ed anche angoscia è da mesi o da anni in cerca di lavoro, la persona sulla carrozzina che affronta ogni giorno la fatica di vivere e la speranza di futuro. A loro, a tutti i nostri concittadini deboli e fragili noi ci inchiniamo.
Tutti noi in realtà non abbiamo alcun potere se non riconosciamo che siamo solo a servizio di tutta la cittadinanza. E con la cittadinanza vogliamo costruire un dialogo intenso: questi cinque anni siano innovativi anche in questa ricerca di un metodo di partecipazione sulla scorta di esperienze importanti di altre città.
Partecipazione e capacità di decisione sono sorelle e si aiutano a vicenda nella costruzione di una città.
Costruire luoghi di partecipazione anche con l’aiuto delle Istituzioni significa riconoscere il senso profondo delle parole dell’articolo 2 della nostra Carta Costituzionale (“La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità”). Mi auguro che il Consiglio Comunale, insieme alle forze politiche che lo esprimono e a tutta la Giunta siano impegnati in questa ricerca costante, competente e metodologicamente fondata di forme di partecipazione.
Ecco dunque il mio augurio: la carta costituzionale sia il nostro faro, le idee, concrete, condivise, capaci di futuro, siano la nostra guida, la coscienza retta la nostra compagna, lo stile democratico di dialogo e l’amore profondo per il bene comune fino al dono della nostra vita siano i motori incessanti ed entusiasti della nostra azione.
IL DISCORSO DI SIMONA PASQUALI
E’ con sincera emozione e gratitudine che mi accingo ad assumere questo importanti incarico.
Ringrazio tutti coloro che mi hanno votato riponendo in me la loro fiducia e ringrazio il gruppo consiliare del Partito Democratico, del quale faccio parte, per l’onore e il privilegio di avermi scelto per questa prestigiosa carica.
Signore, Signori, il Consiglio comunale è l’organo elettivo, è la rappresentanza proporzionale democratica della nostra città. Noi siamo i rappresentanti dei cittadini che ci hanno eletto per gestire l’Istituzione che più sentono vicina. E’ questa una grande responsabilità che dobbiamo onorare con serietà, onestà e passione.
La maggioranza avrà l’onore e l’onere di prendere dcisioni e di governare la città; la minoranza, l’importante ruolo di controllo e di proposta, anche di soluzioni alternative.
Ricordo, nella mia precedente esperienza di sindaco, per talune situazioni e di avere poi colto, grazie al dialogo, alcuni punti di vista differenti che hanno sicuramente permesso di migliorare la scelta della decisione finale. E’ perciò importante, a mio avviso, nel rispetto dei propri ruoli, il dialogo tra maggioranza ed opposizione. La dialettica, a volte anche forte ed aspra, è sicuramente il miglior cammino democratico che le Istituzioni possono percorrere insieme. Da questa mia posizione svolgerò il mio ruolo con onestà, trasparenza e, soprattutto, con la massima imparzialità. Cercherò di garantire al massimo le prerogative e i diritti di tutti i consiglieri attraverso la politica dell’ascolto.
Garantirò l’indipendenza e le prerogative del Consiglio comunale, ma attiverò anche un dialogo costante e costruttivo con il Sindaco e la Giunta per consentire all’assemblea di svolgere in modo collaborativo, esaustivo e informato il compito che le spetta.
Gli oragni fondamentali di un Comune, Sindaco, Giunta e Consiglio sono indipendenti, ma sono assolutamente indispensabili gli uni agli altri. Facilitata dall’essere “nuova” nel panorama politico della città cercherò, nei limiti del mio incarico, di uscire dalla logica del “noi” e del “loro”, di ciò che è stato fatto da “noi” o da “loro”.
Vi dico, tutti coloro che ci hanno preceduto, e non mi riferisco solo agli ultimi cinque anni, sarebbe riduttivo, hanno fatto ciò che in quel momento ritenevano giusto che sia, per ognuno di noi, condivisibile o no.
Vedo, in questa sala, molta gente giovane, molti alla prima esperienza amministrativa. L’energia e l’entusiamso che questo persone, sicuramente porteranno, aiuteranno tutti a lavorare procuamente senza avere pregiudiziali di sorta. Oggi qui ci siamo noi, consiglieri, sindaco, Giunta, che, ciascuno per quanto di competenza si asummerà con serietà le proprie responsabilità.
Il panorama nazionale sta cambiando, ci attendono le novità delle riforme, penso, ad esempio, all’area vasta, e dovremo essere pronti ad affrontare i cambiamenti. Sarà importante per tutti essere preparati ad affrontare le diverse tematiche e studiare senza stancarci. Farò in modo, dalla garanzia che offre questo ruolo, di informare costantemente i consiglieri, sempre con la massima trasparenza, al fine di pervenire a quel valore aggiunto che i cittadini ci richiedono. Credo che su queste basi potremo fare, anzi faremo, insieme, la miglior politica per la nostra città.
l.b.
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