Cronaca

Il bingo di Varese torna alla società di Cremona che lo gestisce Via i sigilli, sollievo dei lavoratori

Una sala bingo

L'avvocato Antonioli

Tolti i sigilli alla sala bingo Oplà di Varese, uno dei locali perquisiti dalle forze dell’ordine nell’operazione  “Città nostra” contro lo spaccio di droga. A chiedere e ad ottenere il dissequestro è stato l’avvocato del foro di Cremona Franco Antonioli, legale della società di Cremona che gestisce la sala Bingo. Il titolare, che non è indagato, è stato costretto a chiudere il locale per una settimana in seguito al blitz effettuato il 5 giugno scorso dalle forze dell’ordine. “Blitz”, come ha sottolineato l’avvocato Antonioli, “che ha dato esito negativo. La società e il suo titolare, impegnati nella gestione di sale bingo in tutta Italia, non possono certo controllare l’esatta frequentazione del locale di Varese. Mai ci si è accorti che venisse potenzialmente usato come luogo di incontro tra gli indagati”. Un inconveniente, quello della chiusura della sala bingo Oplà, costato caro al titolare, ma anche ai dipendenti, una ventina, che dal 5 al 12 giugno si sono visti privare della loro principale fonte di sostentamento economico, tanto che ieri hanno decido di manifestare davanti al bingo, chiedendo la riapertura della sala. L’avvocato Antonioli, nell’istanza di dissequestro, ha anche sottolineato “un danno erariale consistente” per la stessa società e per il titolare, totalmente estranei ai fatti. “Il mantenimento del sequestro comporta gravi perdite economiche e notevole danno di immagine”. Secondo gli inquirenti, la sala bingo Oplà, insieme ad altri locali, venivano utilizzati come “bunker” per lo spaccio della cocaina e dell’hascisc in tutta Varese. Fuori, le vedette che segnalavano l’arrivo della polizia, e poi i “cavallini” che portavano la droga ai clienti facendo lunghi giri in moto per depistare, magari dopo aver recuperato la droga in parchi pubblici nascosta in pacchetti di caramelle. L’organizzazione è stata sgominata da un’operazione congiunta di polizia, carabinieri e finanza coordinata dal pm Agostino Abate. Nell’operazione  “Città nostra” sono stati impiegati oltre 200 uomini e 80 automezzi e unità cinofile provenienti dai nuclei di Malpensa e di Orio al Serio. A finire in manette, 13 persone, per la maggior parte albanesi. Sotto sequestro sono finite circa 40 dosi di cocaina e altri 100 grammi della stessa sostanza ancora da confezionare, oltre a 11 grammi di hashisc, 21 computer, 42 telefoni cellulari, 8 veicoli, 4 locali pubblici, tra cui la sala bingo di Varese, e circa 15.000 euro e 400 dollari in contanti. L’attività di indagine è iniziata nel 2012, anno in cui era stata individuata a Varese e comuni limitrofi un’attività di spaccio di sostanze stupefacenti gestita da cittadini albanesi che avevano posto in essere una vera e propria “colonizzazione” del territorio.

Sara Pizzorni

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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