Politica

Piano Rifiuti, inceneritore chiuso entro tre anni: bocciato emendamento Pd

foto Sessa

Approvato il Piano provinciale Rifiuti nell’ultimo consiglio provinciale utile, prima della decadenza che scatterà giovedi 12 giugno. Oltre due ore è durata la discussione sul documento programmatorio che l’assessore all’Ambiente Pinotti ha definito molto avanzato e particolarmente apprezzato da regione Lombardia, che proprio per questo ha siglato con gli enti locali cremonesi il progetto pilota per lo spegnimento dell’inceneritore. Sull’approvazione del documento si è innestata la proposta di emendamento del Pd, con Andrea Virgilio, che ha chiesto che venisse inserito in delibera il termine temporale di tre anni entro cui programmare lo spegnimento dell’inceneritore. Esattamente come nel documento politico uscito a suo tempo dalla segreteria provinciale Pd e e condiviso pienamente  dal sindaco Gianluca Galimberti, che ha ribadito la promessa nel programma elettorale. Una data impegnativa da rispettare e proprio per questo – ha spiegato Virgilio – è significativo che il Pd oggi al governo cittadino voglia rimarcare la volontà di mantenere fede a questo oneroso impegno. Coglie la palla al balzo Antonio Agazzi (FI): “Benissimo, concordo in pieno, loro (il centrosinistra, ndr) l’hanno acceso 20 anni fa, a loro oggi l’impegno di spegnerlo”.

La riunione dei capigruppo seguente ha poi chiarito le posizioni, molto differenziate. La Lega Nord, con Bonaventi e Chioda, ad esempio, ha definito inutile l’emendamento, che non va a modificare la parte tecnica del Piano, ma dà solo un indirizzo politico: il piano rifiuti è molto più ampio, ha detto la Lega, prevede step precisi in tema di differenziazione, recupero dei materiali, riuso, ed è un peccato che tutto il dibattito sia stato incentrato sull’inceneritore. “E poi come si procederà allo spegnimento? Da un giorno all’altro? E se non c’è nel frattempo un piano alternativo?”, alcune delle perplessità. Contrari anche Clarita Milesi, Idv, Giampaolo Dusi, Prc, Giovanni Biondi, Alleanza per l’Italia. “Credo che quello dei tre anni sia un obiettivo irrealizzabile”, ha detto quest’ultimo.  Il voto favorevole al piano rifiuti da parte del Pd sarebbe arrivato se il consiglio avesse approvato l’emendamento. Alla fine i voti contrari sono stati 12 contro i 10 favore, con l’inedito schieramento Pd – Forza Italia – Ncd.  Un Piano, come si diceva, puramente programmatorio: la decisione vera su quando e come  verrà spento l’impianto di San Rocco la potrà prendere solo il Comune di Cremona in accordo con Aem Gestioni, proprietaria dell’impianto. Società che come è noto fa parte della galassia Lgh. Caustico il commento del presidente Massimiliano Salini sulle reali possibilità di arrivare entro tre anni alla dismissione dell’impianto: “Il decomissioning è molto costoso, mi risulta che la società che detiene la proprietà dell’impianto sia fortemente indebitata”.

In sala anche Celestina Villa, segretaria di Rifondazione Comunista: “Il voto contrario è motivato dal fatto che trattandosi di un emendamento alla delibera di adozione del Piano e non al Piano stesso, non apporta niente di sostanziale. Come ha spiegato anche il Segretario generale, questo inserimento ha solo il carattere dell’auspicio, di una presa di posizione che a questo punto non serve a nulla perchè nel piano provinciale la data di spegnimento non c’è. Questo ovviamente non significa che noi siamo contrari allo spegnimento dell’inceneritore entro tre anni. Semmai questa istanza sarebbe dovuta arrivare prima, quando c’era ancora tempo per presentare osservazioni al piano rifiuti stesso. Adesso invece ha tutta l’aria di essere una foglia di fico”.

Diversa la posizione di Giuseppe Torchio: fuori dall’aula al momento della votazione sull’emendamento, Torchio aveva visto accolta poco prima (con 10 voti a favore, 7 contrari e 8 astenuti) la sua mozione risalente a gennaio su “piano provinciale rifiuti, raccolta differenziata e chiusura impianto di incenerimento a Cremona”. La mozione, che prende atto delle dichiarazioni  a favore della chiusura dell’impianto (ma senza scadenza temporale) dell’assessore regionale Terzi e dello stesso Salini, chiede che si proceda ad operare “per la realizzazione di un polo per ricavare dalla frazione organica le materie prime seconde, onde evitare al sistema di sopportare gli oneri della raccolta differenziata senza poter beneficiare anche delle risorse provenienti da un0azione coordinata di recupero…”. Progetto che si lega anche alla reindustrializzazione dell’area Tamoil (con fondi Fas).

Giuliana Biagi

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