Cronaca

Festa della Liberazione, folla in piazza Fumogeni e cori, centri sociali lontani

Nelle foto, alcuni momenti della manifestazione

AGGIORNAMENTO – Grande assembramento nella piazzetta di fronte a San Luca per la partenza del corteo del 69º anniversario della Liberazione dell’Italia dal fascismo. Alle 10.30, sulle note di Bella Ciao, è partito il lungo corteo che si è snodato lungo corso Garibaldi, corso Campi, fino a piazza Stradivari, per poi approdare in piazza del Comune. In testa al corteo aprivano le autorità cittadine, tra cui il sindaco Oreste Perri, gli assessori Francesco Zanibelli, Claudio Demicheli, Francesco Bordi, Maria Vittoria Ceraso. Presenti in prima fila anche il parlamentare Luciano Pizzetti e il consigliere regionale Carlo Malvezzi.

Circa un migliaio i partecipanti, secondo le forze dell’ordine, che hanno seguito con attenzione tutta la manifestazione.

Qualche momento di tensione si è visto all’arrivo in piazza della coda del corteo, composto dagli antagonisti dei centri sociali e del Comitato antisfratto, che hanno lanciato fumogeni rossi, inneggiando il diritto alla casa e il loro “no” alle politiche sociali che consentono i distacchi delle utenze.

Un cordone di polizia ha però impedito il loro ingresso in piazza, e il gruppo è stato fatto allontanare verso largo Boccaccino, per consentire alla manifestazione di proseguire senza incidenti.

In vece del presidente della Provincia Massimiliano Salini, sul palco era presente l’assessore Chiara Capelletti, ma a prendere la parola per conto delle autorità è stato solo il sindaco Oreste Perri. “L’attualità e l’importanza della festa che oggi celebriamo stanno anche nell’impegno a non dimenticare, a far si che la politica sia la pratica di occuparsi costruttivamente della propria comunità, per il bene collettivo, soprattutto in una situazione di crisi economica e sociale grave” ha detto il sindaco dal palco allestito in piazza Duomo, schierato insieme agli altri amministratori. “E’ necessario recuperare il senso  di un’autentica solidarietà e coesione alla tutela dei più deboli, come seppero fare allora le formazioni partigiane” ha ricordato il sindaco.

Tra gli interventi anche quello di Tobia Bonardi (Consulta degli studenti) e di Franco Verdi (Associazione nazionale partigiani cristiani).
La manifestazione si è conclusa con la deposizione delle corone di alloro alle lapidi dei Caduti per la Libertà e delle Medaglie d’Oro al C.V.L.

I centri sociali, dal canto loro, ribadiscono di essersi allontanati volutamente dal corteo ufficiale, in segno di protesta, come già avevano annunciato in un comunicato nei giorni scorsi, in cui attaccavano pesantemente le istituzioni: “In occasione del 69° anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo saremo in piazza non solo per commemorare la lotta partigiana ma per attualizzare questa lotta nel nostro tempo dove tanto c’è ancora da lottare. Oggi come allora ci troviamo a dover lottare contro molte ingiustizie, per il diritto alla casa, al salario, all’istruzione, dalla lotta al razzismo alla difesa dei beni comuni e alla difesa delle nostre città dall’insorgere di partiti e associazioni neofasciste e xenofobe. Le stesse Istituzioni che pronunceranno il loro discorso alla città sul palco, il sindaco Perri e il presidente Salini, hanno calpestato, per tutto il corso della propria legislatura, i valori della resistenza! Queste persone si sono arrogate una piazza che non gli appartiene e che certamente non desidera, ne tantomeno merita, sentirli infangare e calpestare quegli ideali che hanno spinto i nostri partigiani a combattere anche a costo delle loro vite contro l’arroganza nazi-fascista! Una piazza nella quale non ci riconosciamo, una piazza morta, retorica e delegittimata nella propria funzione da tutti quei soggetti (famiglie in difficoltà, studenti, migranti, precari etc..) che negli ultimi anni, giorno dopo giorno, hanno lottato non solo per il diritto alla casa, all’istruzione e ad un salario garantito, ma anche e soprattutto per riappropriarsi della dignità che queste politiche criminali ci sottraggono sempre più nel tentativo continuo di umiliarci e farci soffrire la nostra condizione sociale. Per questo reputiamo centrale non ascoltare le fandonie che diranno (che smentiscono quotidianamente con la loro pratica politica) ed abbandonare quella piazza mefitica nel tentativo di costruirne un’altra: meticcia, ricca di contenuti, progettualità politica ed in grado di esprimere una socialità altra che superi tutte le fesserie istituzionali volta invece alla ricomposizione di classe”.

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