Ospedale, nuova donazione di midollo: l'eccellenza del Centro cremonese
Nella foto, l’equipe di Cremona con la presidente Admo Michela Tomasoni
Un’altra donazione di midollo osseo è stata effettuata con successo pochi giorni fa all’ospedale di Cremona. Finora nella nostra città sono stati 77 i donatori che hanno donato le cellule staminali: 58 maschi e 19 femmine, età media 38 anni, iscritti al Registro donatori di midollo osseo da 5-6 anni. Dei pazienti che hanno ricevuto il trapianto, un terzo sono bambini. Le patologie più frequenti sono le leucemie acute mieloide e linfatica, i linfomi, l’anemia congenita, la talassemia e le sindromi di immunodeficienza congenita nel caso di pazienti molto piccoli. A Cremona l’ospedale vanta un centro denominato SIMT (Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale ), la cui eccellenza è riconosciuta a livello nazionale. Ne fanno parte i medici Luisa Pecoroni, Massimo Crotti, Ilaria Colombini, e Moreno Porcari. L’intera equipe, di cui sei medici e due biologi, è costituita da 36 persone, inclusi tecnici ed infermieri. In questi anni al Registro donatori della provincia di Cremona si sono iscritti 5186 donatori, ma quelli attivi risultano 4030. L’iscrizione prevede che il richiedente sia maggiorenne e non abbia superato i 35 anni, mentre dopo i 55 cessa l’idoneità e quindi il donatore esce dal Registro (con gli anni aumenta il grasso nel midollo osseo).
“La maggior parte degli iscritti”, ha ricordato la dottoressa Pecoroni, “sono donatori di sangue, a riprova che alcune persone possiedono una sensibilità e una disponibilità veramente speciali”. Fondamentale, per l’arruolamento dei volontari, è anche l’Admo, l’Associazione donatori di midollo osseo, a Cremona rappresentata dalla presidente Michela Tomasoni. “Ovviamente”, ha continuato la dottoressa Pecoroni, “per i donatori di staminali il discorso è un po’ più impegnativo, sia a livello di tempo che di impegno fisico”. A Cremona i donatori trovano disponibilità e professionalità da parte di tutta l’equipe che cerca in tutti i modi di andare incontro alle loro esigenze e di metterli a proprio agio in tutti gli step che si trovano a dover affrontare. “Tutti i nostri donatori sono speciali”, ha sottolineato la Pecoroni. “Perché grazie al loro gesto contribuiscono a salvare una vita. Per queste persone noi siamo un vero e proprio punto di riferimento. La salute del donatore è un principio cardine: deve essere consapevole dei rischi e delle modalità. Se si rende disponibile, cominciano gli esami previsti dai protocolli, e se alla fine tutto va bene, si comunica al Centro trapianti che è autorizzato a trattare il paziente per ricevere le staminali sane”. Alla fine, quando il “prezioso” materiale offerto dal donatore è pronto, un incaricato del Registro lo viene a prendere per trasportarlo al Centro trapianti. “Abbiamo a disposizione tutto il piano di viaggio”, ha raccontato la dottoressa, “compreso un piano alternativo, il cosiddetto piano B in caso di intoppi. E questo perché le cellule staminali devono essere trasfuse al paziente nel più breve tempo possibile”.
Importantissimo il lavoro che si svolge in rete. E’ infatti attraverso uno speciale software che l’ospedale di Cremona è sempre in contatto con tutti i Registri che da un momento all’altro possono segnalare che da un particolare Centro trapianti c’è la richiesta di un donatore. “Il tempo”, ha spiegato la biologa Ilaria Colombini, “è un fattore fondamentale”. E ha aggiunto: “a volte, però, mi serve un giorno interno per cercare di contattare il donatore iscritto nel nostro Registro le cui caratteristiche sono compatibili . Capita infatti che nel frattempo il donatore ha cambiato residenza ma non lo ha comunicato, quindi invitiamo a comunicare i nuovi indirizzi. Quando contatto un donatore lo chiamo dal telefono dell’ufficio che esce come numero privato e molti non rispondono. E invece siamo noi, rispondete !”.
Altro aspetto clou è l’anonimato: donatore e paziente non vengono mai in contatto, e neppure a conoscenza dei propri dati. Nemmeno i medici conoscono i dati anagrafici. In sostituzione, infatti, all’interno del software appare un numero di codice. Una particolarità: il Registro della provincia di Cremona è speciale rispetto agli altri, in quanto, pur essendo relativamente piccolo, presenta una grande variabilità genetica, consentendo una maggiore possibilità di trovare un donatore per il paziente.
Alcuni tipi di malattie colpiscono una cellula staminale ematopoietica (cellula che produce sangue), determinando la produzione di cellule malate. La chemioterapia, purtroppo, colpisce tutte le staminali, anche quelle sane, facendo sì che il paziente possa guarire, ma senza la possibilità di produrre cellule nel sangue, trovandosi nell’assoluta necessità di essere trapiantato con cellule staminali compatibili e funzionanti per poter sopravvivere. Se la patologia lo consente, lo stesso malato potrà sottoporsi alla raccolta delle proprie cellule staminali, che vengono congelate e restano disponibili per il trapianto nel caso in cui il paziente debba essere ulteriormente curato per una ricaduta, mentre altre patologie obbligano a ricorrere al trapianto di cellule prelevate da un individuo sano. Se il paziente che ha bisogno del trapianto di staminali è un bambino, esiste anche la possibilità di un trapianto con il sangue del cordone ombelicale, che essendo particolarmente ricco di staminali viene raccolto al momento del parto con il consenso della partoriente. Il donatore ideale è il fratello identico, ma solamente un terzo dei pazienti riesce a trovare all’interno della propria famiglia un fratello compatibile (in Italia ogni anno circa 500 pazienti eleggibili al trapianto non dispongono di un familiare compatibile); per il restante 70% il Centro trapianti che ha in cura il paziente deve ricorrere ai Registri nazionali dei donatori non consanguinei. Il Registro italiano dei donatori di midollo ha sede presso l’ospedale “Galliera” di Genova ed è collegato con tutti gli altri Registri dei paesi europei ed extraeuropei. Purtroppo non per tutti i pazienti esiste un donatore compatibile (le possibilità sono poco più del 40%), ma ove questo avvenga, dal Centro trapianti viene richiesta la sua disponibilità ad una donazione di staminali.
La cellula staminale ematopoietica è contenuta all’interno delle ossa, e quindi la modalità classica di raccolta è un prelievo dalle ossa del bacino con una siringa. La procedura prevede un regime di ricovero di sole due notti. Visto che si eseguono più prelievi fino all’ottenimento della quantità di cellule desiderata, l’effetto collaterale più frequente è un dolore in sede lombare che si protrae per alcuni giorni. Nell’ospedale di Cremona le procedure di prelievo di sangue midollare per il trapianto vengono eseguite dal 1991 dai medici dell’Ematologia. Il Centro trasfusionale, in questi casi, si fa carico solo della gestione del materiale prelevato che viene congelato e conservato in azoto liquido se si tratta di autotrapianto, e invece inviato subito al Centro trapianti richiedente se si tratta di allotrapianto, cioè di cellule da donatore per un paziente non familiare. Da alcuni anni esiste anche una modalità diversa di raccolta delle cellule, che prevede la somministrazione al soggetto di sostanze definite “fattori di crescita” e normalmente prodotte dal nostro organismo, ma che in questo caso vengono somministrate a dosaggi piuttosto elevati. Questi fattori moltiplicano le staminali nel midollo e le immettono in circolo. Per raccogliere le cellule dal sangue periferico si utilizzano i “separatori cellulari”, apparecchi particolari che il Servizio trasfusionale utilizza quotidianamente per prelevare per esempio piastrine dai suoi donatori. Si tratta, come ha spiegato il dottor moreno porcari, di tecniche utilizzate sul paziente e sul donatore consanguineo e dal gennaio del 2005 la normativa consente che anche in Italia i donatori volontari non familiari possano essere sottoposti a queste procedure. Il fattore di crescita viene somministrato sottocute al donatore per quattro giorni e al quinto giorno viene predisposta la raccolta, cioè l’aferesi. L’intera procedura viene portata avanti senza ricovero, in regime ambulatoriale. Gli effetti collaterali sono da riportare a disturbi simili ad una sindrome influenzale che scompaiono alla sospensione del fattore di crescita.
Nella realtà cremonese queste procedure sono eseguite presso il Servizio trasfusionale dell’ospedale di Cremona, dove avviene l’iscrizione dei donatori volontari di staminali; lo studio delle caratteristiche individuali per il trapianto dei donatori che fanno richiesta di iscriversi al Registro provinciale dei donatori di midollo osseo; l’invio informatizzato, che avviene nel rispetto della privacy, dei dati al Registro nazionale di Genova; la gestione dei contatti informativi e dei controlli di laboratorio dei donatori; la valutazione dell’idoneità alla donazione; la somministrazione dei fattori di crescita per la raccolta di staminali dalla periferica o l’attivazione dell’Unità operativa di Ematologia per la raccolta di staminali dal midollo osseo. Infine il controllo dei donatori già sottoposti al prelievo. Un aiuto importante, come già detto, è dato dall’Associazione italiana di midollo osseo, che anche attraverso il suo sito internet, dove sono contenute moltissime informazioni, svolge un essenziale ruolo di sensibilizzazione e informazione sulla problematica della donazione di staminali e collabora con le strutture sanitarie che hanno il compito di arruolare e seguire il donatore volontario.
Sara Pizzorni
© RIPRODUZIONE RISERVATA