Cronaca

Per il nono anno consecutivo concessa dal vescovo la facoltà di assolvere dall'aborto

Dalle 21 alle 24 di sabato 12 aprile la Cattedrale cremonese sarà aperta per le confessioni e per il nono anno di fila è stata concessa dal vescovo Dante Lafranconi la facoltà di assolvere dal peccato di aborto.

Un momento di preghiera, durante il quale potersi accostare al sacramento della Riconciliazione, sarà celebrato come accennato, dal vescovo Dante, sabato 12 aprile, dalle ore 21 alle ore 24, in Cattedrale. In comunione e in continuità con i giovani radunati al palazzetto dello sport di Cremona per la Veglia delle Palme, il presule guiderà un’adorazione eucaristica, animata dai gruppi e movimenti che già si impegnano nella chiesa di San Gerolamo dove ogni giorno feriale è esposto il Santissimo Sacramento, e poi confesserà, insieme ad altri sacerdoti, i fedeli che si vorranno accostare al Sacramento della Penitenza.

La scelta della data non è casuale: da sabato 12 a domenica 27 aprile i presbiteri che riceveranno le confessioni sul territorio diocesano potranno assolvere dalla scomunica incorsa per il grave peccato di aborto. Il vescovo, infatti, per il nono anno consecutivo ha firmato il decreto che concede a tutti i presbiteri, nell’atto della Confessione sacramentale, questa facoltà normalmente riservata all’Ordinario diocesano e ad alcuni sacerdoti, come per esempio il Penitenziere della Cattedrale, da lui autorizzati.

In via ordinaria, dunque, non qualsiasi sacerdote può assolvere una persona che ha interrotto volontariamente la gravidanza o vi ha prestato la sua collaborazione.

Sono due le finalità di questo atto del vescovo Dante. Anzitutto mantenere ferma la consapevolezza della gravità dell’aborto, in un contesto culturale che non ne riconosce più l’indiscutibile gravità e in una società che da oltre trent’anni ne consente legalmente il ricorso privilegiando la discutibile scelta dei genitori sul certo diritto alla vita del figlio. La Chiesa, con questo atto, non intende così rinunciare al suo compito di maestra, a difesa del fondamentale e primario diritto alla vita di ogni uomo. Dall’altra parte il presule intende favorire un’adeguata conversione e penitenza che, in ragione della gravità dell’atto, esige un cammino più impegnativo.

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