Lotta a morosità e distacchi, Padania Acque vara la "Banca dell'acqua"
Dopo l’insediamento del nuovo Cda, Padania Acque Spa lancia l’iniziativa della “Banca dell’acqua”, con il coinvolgimento dei soci – azionisti (i comuni della provincia) e delle realtà del terzo settore. Scopo: evitare le morosità “impossibili”, quelle che con il passare dei mesi e delle bollette diventano irrecuperabili, e trasformare il debito in lavori a favore della collettività. Un’idea non del tutto nuova, già messa in atto dal Comune di Cremona per un numero limitato di utenze, ma qui formulata in modo diverso in quanto presuppone la creazione di uno strumento operativo, una fondazione o associazione, che funzioni come una vera e propria banca. “Ma senza soldi”, precisa il presidente Alessandro Lanfranchi, promotore dell’iniziativa insieme al vice Stefano Busi. “L’idea è quella di una banca etica, i cui agenti, o promotori finanziari, se vogliamo chiamarli così, sono le associazioni attive sul territorio in grado di conoscere i casi di effettivo bisogno sociale. Alle famiglie in difficoltà temporanea verrà offerta la possibilità di aprire una sorta di conto corrente in cui non verseranno denaro, ma la loro disponibilità ad effettuare lavori a favore della comunità”. Potrebbero essere lavori socialmente utili come la pulizia di spazi o ambienti urbani, o altre forme di prestazione – lavoro. Lo start up della fondazione sarà garantito da risorse di Padania Acque, che attingerà anche al Foni il Fondo nuovi investimenti accantonato per legge dal gestore del ciclo idrico trattenendo una quota della tariffa. Ma l’idea è quella di una banca che si autofinanzi da sè, attraverso le risorse sociali. “Una maniera – afferma Lanfranchi – anche per responsabilizzare l’utenza al pagamento delle utenze, per evitare di fare beneficienza a fondo perduto e per trasformare una condizione di disagio sociale in opportunità”. Indispensabili co-fondatori della Banca dovranno essere i Comuni, le associazioni dei consumatori, le organizzazioni impegnate nell’assistenza. Oltre all’Ato, al gestore unico del servizio idrico (Padania Acque Gestione). Obiettivo principale: contrasto della morosità ma anche garanzia di un livello inimo di fornitura di acqua alle utenze non in regola con i pagamenti.
Un’idea che non nasce dal nulla, ma dai principi fondamentali della Costituzione e dal disegno di legge 15 novembre 2013 (non ancora attuato) che dispone che “al fine di garantire l’accesso universale all’acqua, assicura agli utenti domestici a basso reddito del servizio idrico integrato, l’accesso a condizioni agevolate alla quantità di acqua necessaria per il soddisfacimento dei bisogni fondamentali”.
In vista le prime riunioni operative con i soggetti coinvolti per stilare un protocollo d’intesa e consentire a Padania Acque di predisporre il progetto entro il 30 giugno. Questo poi passerà all’assemblea dei sindaci in occasione dell’approvazione del Bilancio 2013.
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