Ambiente

Inquinamento falda a nord raffineria Analisi di rischio non ancora pervenuta

In attesa di rispondere alle domande del Giudice Salvini, come testimone nell’ambito del processo Tamoil, l’assessore all’Ambiente Francesco Bordi ha risposto all’interrogazione del consigliere Alessia Manfredini sui costi sostenuti fin qui dall’azienda petrolifera per il risanamento ambientale in atto. In realtà, quella di Bordi è una non risposta nel merito:”I costi sono interamente sostenuti dell’Azienda, così come dai termini dell’accordo siglato a Roma il 4 aprile 2012″. Qualche notizia, invece, viene data rispetto allo stato dell’arte della bonifica dell’area a nord della raffineria dove nel corso dei sondaggi era emerso inquinamento della falda superficiale, con composti del cloro. Si tratta, afferma Bordi “di una contaminazione storica derivante dall’attività della ditta Fragni. Presso questo sito è in atto un sistema di messa in sicurezza d’emergenza e la ditta sta predisp0nendo il documento di analisi di rischio dai cui risultati si potranno definire le future azioni da mettere in atto a tutela dell’area. Nelle aree esterne al sito di proprietà Fragni continua l’attività di monitoraggio dei piezometri più significativi”.

Dunque ancora nulla di fatto per questo inquinamento da sostanze pericolose (utilizzate come solventi nei lavaggi industriali e non solo)  la sui esistenza era stata scoperta solo causalmente dall’Arpa, nel corso dei monitoraggi Tamoil. Si tratta di tetracloroetilene, tricoloroetilene e e dicloretilene. Le risposte  non soddisfano completamente la consigliera Manfredini, anche per quanto riguarda il fronte della comunicazione alla cittadinanza: “Prendiamo atto – afferma il consigliere Pd –  che a distanza di 3 anni dall’accordo siglato a Roma ci sono ancora delle questioni aperte. Ad oggi, per esempio, restano ancora sconosciuti i costi sostenuti fino ad ora dalla società Tamoil per l’unico intervento in corso quello per il ripristino ambientale nelle aree esterne (società canottieri Bissolati). La bonifica vera e propria nelle aree interne non è ancora partita. Ricordiamo che già in precedenti interrogazioni si chiedeva la stima dei costi sostenuti da Tamoil e il calcolo della superficie dedicata al ripristino ambientale e alla bonifica, e ad oggi di questi dati non sono disponibili e non si conoscono nemmeno i loro ordini di grandezza. Il Comune si limita a precisare che i costi sono sostenuti dall’Azienda. Ricordiamo che anche a Cremona dovrebbe valere il principio comunitario, chi inquina paga. E per l’aggiornamento delle pagine del sito del Comune in merito alla questione Tamoil, continua Manfredini, “il Comune ammette la mancata pubblicazione dell’ultima campagna di monitoraggio del 2013 e del verbale della conferenza di servizio del 7 novembre scorso organizzata al Ministero dello Sviluppo economico in merito allo smantellamento degli impianti e gli interventi futuri nelle aree interne all’ex raffineria. Ci auguriamo che a breve saranno pubblicati e si apra un confronto vero sul futuro dell’ex area Tamoil nelle sedi opportune in Comune”.

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