Cronaca

Monteverdi, bilancio 2013 a posto Dallo Stato 100mila Euro per 2014

Si torna a parlare di statizzazione per l’Istituto pareggiato Monteverdi. Lo stanziamento già deciso dal Governo di 5 milioni di euro per tutti gli istituti musicali a gestione comunale d’Italia (una ventina), viene considerato sia dall’amministrazione comunale, sia dallo staff tecnico dell’Istituto, la strada maestra per arrivare da qui a 4-5 anni alla statalizzazione  su cui Cremona contava già diversi anni fa e che invece è sempre naufragata. A Cremona sono attesi circa 100mila euro, tanti quanti sarebbero serviti anche nel 2013 per chiudere il bilancio consuntivo e la cui mancanza ha invece causato le dimissioni a sorpresa della presidente Adriana Conti. Di tutto questo si è parlato nel pomeriggio di giovedì in Commissione Vigilanza, convocata da Giovanni Gagliardi (Pd) per capire se i problemi del Monteverdi sono da considerarsi conclusi o se sono destinati a riproporsi nel 2014. Il buco del 2013 è stato sanato grazie all’intervento di Centropadane, Tamoil, Camera di Commercio,  CremonaFiere, Stauffer e Associazione Industriali, ha spiegato l’assessore  Jane Alquati, per un totale di 130mila euro. 650mila, come è noto, lo stanziamento fatto dal Comune per l’Istituto, in un anno difficilissimo per le finanze pubbliche. “E comunque – ha aggiunto l’assessore – abbiamo già cominciato a riunirci per un piano B nel caso il Ministero non sbloccasse il finanziamento, coinvolgendo altri privati. Penso in particolare a quelle categorie economiche che beneficiano dall’indotto creato dall’Istituto in termini di visitatori della città e di fruizione del sistema culturale cittadino. Penso ai corsi estivi che attirano centinaia di studenti con le loro famiglie e consentono l’organizzazione di eventi musicali per la città”. La speranza è largamente condivida anche dal direttore del Monteverdi, Loris Pezzani, che ha illustrato le peculiarità dell’Istituto. Il 2014 non preoccupa quindi particolarmente gli amministratori del Monteverdi, anche perchè il “buco” creatosi nel 2013 riguardava il fondo di accantonamento del bilancio più che le spese vive di gestione.

A giorni il ministero nominerà il nuovo presidente, scongiurando il rischio di commissariamento, scegliendolo tra la triade di nomi inviata dall’istituto stesso.

g.b.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...