Cronaca

Protesta dell’Anci, a Cremona effetti della manovra spiegati ai cittadini

L’Associazione nazionale comuni italiani promuove uno ‘sciopero’ dei sindaci il 15 settembre contro la manovra. Le iniziative: consegna delle deleghe su anagrafe e stato civile ai prefetti (con chiusura simbolica dei relativi uffici) e apertura di uffici comunali alla cittadinanza per dare notizie sui costi dei Comuni e dare informazioni sugli effetti della manovra nei singoli enti. “L’Amministrazione comunale di Cremona – si legge in una nota ufficiale – concorda pienamente con le motivazioni che sottendono alle iniziative promosse dal Consiglio Direttivo dell’ANCI per il 15 settembre a seguito della manovra finanziaria varata dal Governo (già approvata dal Senato ed attualmente in discussione alla Camera) in quanto limita l’autonomia dei Comuni e la loro capacità di garantire servizi adeguati ai cittadini. Per quanto riguarda le iniziative previste, il Comune di Cremona ha ritenuto di mettere in atto quella che ritiene più efficace: attivarsi per fornire alla cittadinanza notizie sui costi dei Comuni e per dare informazioni sugli effetti che la manovra avrà nei singoli enti”.

Alla mobilitazione dell’Anci (hanno aderito anche Conferenza delle Regioni e Upi) si uniranno una serie di altre iniziative, tra le quali il ricorso alla Corte costituzionale contro gli articoli 4 e 16 della manovra, ovvero quelli che obbligano i Comuni alla dismissione delle società partecipate e che intervengono sull’organizzazione istituzionale dei 5800 Piccoli Comuni sugli 8 mila totali.
“La mancanza da parte del governo di una leale collaborazione – spiega il vicepresidente dell’Anci Graziano Delrio – ci obbliga a continuare nella nostra mobilitazione contro una manovra iniqua e dannosa per i cittadini e per il Paese. Abbiamo bisogno di far capire, innanzitutto ai nostri cittadini, che non siamo impegnati in una difesa corporativa, ma piuttosto nella difesa delle nostre comunità: in questo senso la riconsegna delle nostre deleghe è stata decisa per dare l’idea della drammaticità della situazione. I servizi ai cittadini saranno compromessi in modo irreversibile, mentre il Paese resta in stagnazione, il Patto di stabilità ci strangola e non ci viene consentito di utilizzare 40 miliardi di residui passivi, che sarebbero una manna per la ripresa economica”.

 

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