Francesco sta diventando (anche) un papa scomodo?
Papa Francesco è amatissimo dal popolo e dai media, un po’ meno dagli apparati finanziari, dai farisei, dai dottori implacabili nell’osservanza della dottrina. Sta diventando scomodo? In un solo anno di pontificato (è stato eletto il 13 marzo 2013) il Papa arrivato “dalla fine del mondo” – primo latinoamericano e gesuita della storia – ha già lasciato “segni” profondi della sua (annunciata) rivoluzione. Parla di aborto, ripudia il denaro, ridà importanza al concetto di misericordia. Molti sono soddisfatti, altri no. E tra gli stessi cardinali, come ha scritto sul Corrierone Andrea Riccardi, non sono pochi i “perplessi”. E’ un papa progressista? Calma con le etichette.
Intanto diciamo che ha registrato consensi ovunque, con cifre da primato. A Rio, lo scorso luglio, ha raccolto tre milioni di persone sul lungomare; una platea – per capirci – 17 volte piazza San Pietro. “Abbattete l’odio”, ha detto nella circostanza, e molti hanno scritto che la Chiesa è risorta a Copacabana”. E’ stata, quella brasiliana, una invasione record. C’era più gente a fine luglio che a Capodanno. E’ stato un evento planetario.
Poi ha diffuso i sette punti della sua agenda mettendo al primo posto l’annuncio del Vangelo come aveva indicato Ratzinger. Gli altri sono noti: dialogo con le altre religioni, riforma della curia (dopo la stagione dei veleni e delle lotte intestine), riforma delle finanze vaticane, il ruolo della donna e dei laici, la lotta alla pedofilia, la morale sessuale e le questioni inerenti la famiglia; ad esempio Papa Francesco vuole fare chiarezza sul tema dell’accoglienza dei divorziati risposati, la possibilità di contrarre un secondo matrimonio in chiesa.Un Everest, dicono gli “oppositori”. E’ così? Si è fatto pure la sua “squadra”: otto cardinali che, da ottobre, lavorano al cambiamento. C’è un solo italiano nel gruppo (Giuseppe Bertello) e l’unico cappuccino al mondo con questo rango, ovvero l’americano O’Malley, cardinale che nel 2010 ha “ripulito” Dublino sommersa per gli scandali sugli abusi su minori. Gli otto rappresentano tutti i continenti, hanno un ruolo consultivo ma alla fine decide Papa Francesco.
A qualcuno non piace il suo “populismo” o quando twitta che “i disoccupati sono vittime del profitto”. O quando rimarca: “Il male sono le lobby”. Molti farisei non hanno ancora digerito financo il suo irrituale inchino alla regina Rania ignorando (apposta?) che il gesto quasi galante del Papa non era liturgico. Aveva cioè un’altra valenza. Con quell’inchino Papa Francesco ha voluto dimostrare che egli non si considera più alto in “dignità” rispetto a nessun altro e quel gesto non era diverso da quello con cui si sporge dalla campagnola per abbracciare – ad esempio – un disabile. Papa Bergoglio ha voluto sottolineare la sua estraneità alle regole del protocollo. Tutto qui. E’ scomodo per questo?
Il bilancio del suo primo anno va oltre le migliori previsioni. E’ stato eletto “Persona dell’anno” dal settimanale americano Time perché “ha cambiato la percezione della Chiesa”. Il magazine a stelle e strisce “Rolling Stones” gli ha dedicato la copertina perché “tutto sta cambiando al Vaticano”. Il Parlamento europeo lo ha nominato “Comunicatore dell’anno”. Nel 2013 Papa Francesco è stato il personaggio con il maggiore volume di ricerche mensili su Google a livello globale (1.737.000) ed il più menzionato in Rete (oltre 49 milioni di menzioni nel mondo tra marzo e novembre). Ha battuto i più noti leader mondiali come Barak Obama (38 milioni), Putin (8),Merkel (3,8). Il suo account ufficiale su Twitter in un solo anno ha raccolto più di un milione di follower. Ha detto: “Internet è un dono di Dio perché può offrire maggiori possibilità di incontro e di solidarietà tra tutti”. Le lobby che faranno?
Enrico Pirondini
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