Ricerca zootecnica, un centinaio di lavoratori in cassa integrazione
Il rischio di pesanti ristrutturazioni profilatosi nei mesi scorsi per i Centri di Ricerca e sperimentazione e dei laboratori d’analisi operanti in Provincia di Cremona finisce in Consiglio provinciale, con un ordine del giorno del consigliere Giuseppe Torchio. Un documento in cui si “esprime convinta solidarietà ai tecnici ed ai lavoratori interessati da fenomeni inusuali quali la messa in Cassa integrazione guadagni, che va a colpire tra le 80 e le 100 unità lavorative poste negli Istituti “Lazzaro Spallanzani” di Rivolta d’Adda, Lgs, Anafi, Cra Porcellasco, realtà per la cui realizzazione mondo agricolo e territorio hanno messo a disposizione cospicui investimenti e, in alcuni casi, la stessa dotazione delle strutture quali cascine e campi sperimentali per le coltivazioni anche in considerazione dell’ampliamento dei capi allevati e della stessa crescita degli standard e dei controlli della filiera produzione-trasformazione”. A questo proposito, evidenzia il consigliere, non è “più rinviabile un forte processo di salvaguardia di importanti realtà che hanno contribuito in maniera decisiva alla crescita dell’immagine di Cremona e del suo territorio, a livello mondiale, come elemento di sistema fortemenente collegato al “brand” padano e nazionale ed alle stesse eccellenze agroalimentari con la garanzia di una forte e stabile base di qualità e quantità nella realizzazione delle principali Dop ed Igp a livello europeo quali Grana Padano, Provolone Valpadana, Prosciutti di Parma e San Daniele, Coppa piacentina, Lardo di Colonnata, tutte realtà che presentano un solido fondamento produttivo, di macellazione e trasformazione a livello cremonese senza trascurare il forte avanzamento delle foraggere, del pomodoro e dell’ortofrutta”.
Alla luce di queste considerazioni, il documento proposto impegna la Giunta: “a farsi parte trainante di un processo di aggregazione di tutte le forze economiche, professionali, sindacali e delle stesse realtà scientifiche e di ricerca a livello universitario che raduni ad un tavolo le Istituzioni, le Università, i rappresentanti del Mondo Agricolo e Sindacale per affrontare e risolvere la crisi occupazionale nel settore tecnico-professionale di livello elevato, sinora considerato al riparo dagli eventi dirompenti che hanno caratterizzato altri settori del nostro mondo produttivo, anche la necessaria forte interlocuzione con la Regione e con il Governo”. L’impegno è altresì quello di “considerare la necessità di una verifica presso le Regioni Lombardia ed Emilia Romagna per un diretto coinvolgimento nell’intera vicenda dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna, con sede in Brescia, in ragione, sia delle capacità tecnico-scientifiche collegate alla funzione svolta, sia delle risorse economiche che potrebbero essere quantificate in un centinaio di milioni di risorse disponibili”.
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