Rifiuti, Pd pronto a dare battaglia in Consiglio provinciale Attacco al Comune
Sui rifiuti il Pd è pronto a dare battaglia in Consiglio provinciale, chiedendo di trovare soluzioni alternative all’inceneritore e soprattutto di non perdere altro tempo. Lo chiede in un documento adottato dalla segreteria provinciale nell’ambito del Piano provinciale dei rifiuti (che verrà approvato la prossima primavera), in cui critiche pesanti arrivano nei confronti del Comune di Cremona. “Accanto ad una percentuale di raccolta differenziata pari al 62% raggiunta in questi anni a livello provinciale, restano confermate una serie di disomogeneità a livello territoriale – si legge nel documento -. Il Comune di Cremona resta l’unico con un percentuale di raccolta differenziata inferiore al 50%, e i territori cremasco, casalasco e molti comuni del cremonese confermano ottime performance”. Si evidenzia inoltre “una frammentazione del servizio erogato dai 5 gestori (Aem Gestioni Srl, Aspm servizi ambientali Srl, Casalasca servizi Spa, La Luna, SCS gestioni Srl) che operano sul territorio. Gestori che, inoltre, dovranno essere tenuti in considerazioni soprattutto per quanto riguarda il know-how di competenze raccolte sul campo in questi anni che, in alcune parti della provincia, sono divenuti dei veri e propri punti di riferimento per altre realtà, grazie anche all’impegno e al livello di competenze dei lavoratori e dirigenti che operano all’interno”.
Naturalmente il Pd affronta anche lo scottante tema dell’inceneritore: “La giunta Salini tiene una posizione ambigua, infatti nel piano provinciale non compie una scelta politica netta – evidenzia la segreteria del partito -: da una parte non si fa esplicito riferimento ad un suo graduale superamento, cosa da noi auspicata, e dall’altra parla di un trattamento “ sempre più marginale all’interno del sistema integrato provinciale della gestione dei rifiuti”. Si quantifica a 35.000 t/a, e quindi a -30% del conferimento riferito al 2011, e prevede per la prima volta anche la possibilità di valutare il conferimento in un altro inceneritore presente nel bacino lombardo. Inoltre, nella parte conclusiva, la Provincia delega al Comune di Cremona la scelta sul futuro dell’impianto”.
Dunque la palla è ora nelle mani del Comune, che però sembra “aver perso tempo prezioso”, come evidenzia il documento: “Era opportuno procedere senza indugi, e non cercando il ricompattamento della propria maggioranza e depotenziando come hanno fatto il testo delle linee guida. Un testo che ricordiamo abbiamo contribuito a migliorare introducendo una serie di proposte; dove erano indicati una serie di impegni e con tempi certi, sia per l’estensione del sistema porta a porta su tutto il territorio comunale (individuando le modalità più idonee e adeguate alla peculiarità del centro storico di Cremona) sia per i progetti alternativi all’inceneritore. Invece ora eprimo di un riferimento temporale per la chiusura dell’inceneritore e anche sul mandato per avere un progetto di massima”.
In quest’ottica, “sarebbe paradossale perdere ancora ulteriore tempo e avviare la raccolta differenziata spinta in città non ragionando sull’ipotesi di introdurre anche la tariffa puntuale, e altre forme più moderne di raccolta. Infatti il punto non è solo recuperare il tempo perso, ma farlo cun grano salis, e cioè con le forme più adeguate affinchè l’introduzione della raccolta spinta in città stia all’interno di un piano provinciale unico e coerente”.
Il Pd dichiara quindi di non accettare le modifiche dell’ultimora, fatte alle Linee guida sui rifiuti “per evitare che la maggioranza si spaccasse in consiglio comunale”: l’eliminazione delle tempistiche specifiche in merito allo spegnimento dell’inceneritore non è andato giù al Pd. Il gruppo consiliare si prepara quindi a dare battaglia in aula, condannando l’atteggiamento dell’Assessore Bordi e della sua stessa maggioranza”.
Per il Pd é quindi auspicabile che si tenda ad una gestione unitaria ed integrata dei rifiuti urbani volta a ridurre la tariffazione a carico dei cittadini, attraverso il superamento delle frammentazioni gestionali utilizzando le società all’avanguardia presenti in provincia di Cremona e si prosegua nelle buone pratiche già avviate nei Comuni e si valorizzi nell’impegno promosso dai Sindaci e dai cittadini cremonesi”.
In quest’ottica, i consiglieri provinciali s’impegnano fin da subito a portare le seguenti proposte all’amministrazione Salini: “I dati analizzati nel piano si riferiscono al 2011 vanno aggiornati con i dati 2012 presenti nell’osservatorio provinciale; la normativa europea, nazionale, regionale, provinciale, va aggiornata alla luce delle ultime risoluzioni e atti di indirizzi deliberati vari enti (consiglio regionale, comuni e consulte territoriali); occorre individuare progetti e soluzioni alternative all’inceneritore, e completare e ammodernare la filiera degli impianti già presenti ipotizzando un impianto di selezione spinta per la plastica e per i rifiuti ingombranti; occorre esplicitare la data entro la quale procederà la gara a livello provinciale (entro 2015); garantire un processo partecipativo di tutti i Comuni della provincia, con appositi atti di indirizzo, fino all’approvazione del piano che ricordiamo vincolerà gli indirizzi dei Comuni per i prossimi 5/10 anni;garantire la più ampia diffusione della proposta di Piano così da poter stimolare il maggior numero di osservazioni anche da parte delle categorie economiche e sociali della Provincia”.
Inoltre in fase di redazione del piano regionale dei rifiuti, e approvazione dello stesso, il consigliere regionale Alloni s’impegna, dopo l’approvazione della risoluzione da parte del consiglio regionale lombardo, a sollecitare la definizione per quanto riguarda gli impianti di incenerimento degli scenari e i criteri di decommissioning, visto che i criteri saranno definiti in modo da favorire la disattivazione degli impianti meno efficienti sotto il profilo ambientale, come per esempio potrebbe essere quello di Cremona.
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