Cronaca

Teoria "gender" favorevoli e contrari in piazza a Cremona

foto Francesco Sessa

Trecento persone, sotto una pioggia scrosciante,  quasi nessuna proveniente da fuori provincia e molte di città, hanno aderito domenica pomeriggio alla veglia in piazza del Duomo promossa dal gruppo delle “Sentinelle in piedi”, contro la teoria “gender” insita nella legge Scalfarotto contro l’omofobia, da poco approvata dalla Camera dei Deputati. Una manifestazione silenziosa e ordinata che si è svolta nonostante il maltempo e che per la prima volta arrivava a Cremona, dopo essere stata organizzata in varie città italiane. Tutti in piedi, bambini compresi, diligentemente in fila con le spalle voltate alla Cattedrale, leggendo un libro o tenendo in mano un lumino. Rigorosamente vietati dagli organizzatori simboli di movimenti (anche ecclesiastici), simboli religiosi e tantomeno politici. Mescolato nelle file anche il presidente della Provincia Massimiliano Salini e il consigliere regionale Carlo Malvezzi.

La manifestazione è iniziata puntuale, alle 16,30 e i partecipanti sono giunti alla spicciolata anche successivamente. Ad ogni arrivo, i volontari indicano il posto in fila dove sistemarsi. Dall’alto della Bertazzola il colpo d’occhio è significativo: questa è la prima volta che la veglia si tiene a Cremona, la città è deserta e battuta dalla pioggia e come spiegano gli organizzatori non è frequente che nella prima mezz’ora si raggiungano le 250 persone, poi aumentate. “Quello che è difficile far capire – spiega Matteo Disetti, responsabile bergamasco delle “Sentinelle” – è che la legge contro l’omofobia non spiega in realtà che cosa rientri in questa fattispecie di reato. Teoricamente tutto, quindi anche affermare pubblicamente che la famiglia è fondata sull’unione tra un uomo e una donna o dirsi contrari al matrimonio tra persone dello stesso sesso”. Le “Sentinelle in piedi” sono un movimento apartitico e aconfessionale derivato dai “Veilleurs Debout” nati a Parigi dopo la repressione delle manifestazioni de “La Manif Pour Tous”  contro i matrimoni omosessuali. Nelle numerose veglie fatte in città italiane si sono presentati anche credenti di altre religioni, ad esempio musulmani.

Simultaneamente in Galleria XXV aprile, Arcigay si è data appuntamento con un banchetto e vendita di gadget per sottolineare la validità della stessa legge e iniziare una raccolta firme per sensibilizzare il prossimo governo alla guida della città a istituire, come a Crema, un registro delle unioni civili.  Gabriele Piazzoni, presidente provinciale Arcigay, spiega il carattere apartitico della manifestazione e il senso del registro unioni civili, che va al di là del significato simbolico e assume  connotati molto concreti: in tutti gli atti amministrativi deputati al Comune le coppie omosessuali vengono equiparate a quelle etero. Così nell’assegnazione delle case popolari, ad esempio. Attorno al banco dell’Arcigay  molti simpatizzanti e alcuni politici: tra gli altri, Paolo Carletti, candidato alle primarie del centrosinistra per il Psi e suo segretario provinciale; Gigi Rotelli e  Luca Burgazzi del Pd.

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