Economia

Crisi dei mutui: a Cremona le richieste sono calate del 4%

La crisi dell’edilizia non accenna a frenare, come dimostrano gli ultimi dati sulle richieste di mutuo: a Cremona le richieste di mutuo sono calate del 4% (dato superiore alla media regionale, che è invece del -2,8%), mentre per quanto riguarda gli importi complessivi richiesti il calo è stato del 6,2% (anche in questo caso il calo è stato superiore alla media regionale, che è pari al -5,3%). Sono i dati elaborati dal Barometro Crif della domanda di prestiti da parte delle famiglie. Anche nel corso del 2013 il quadro congiunturale in Italia si è mostrato ancora fragile e incerto, con il credito retail che conseguentemente si è caratterizzato per una forte prudenza che ha influenzato sia la domanda delle famiglie sia l’offerta da parte degli Istituti di credito.
A livello nazionale, dall’ultima edizione del Barometro Crif, che analizza l’andamento delle domande di mutui e prestiti contribuite dagli istituti di credito in Eurisc (il Sistema di informazioni creditizie di Crif che raccoglie i dati relativi ad oltre 77 milioni di posizioni creditizie), emerge che il numero di richieste di mutui nell’arco dell’intero 2013 ha fatto registrare una contrazione del -3,6% rispetto all’anno precedente anche se a partire dal luglio scorso si è verificata una inversione del trend, con gli ultimi 6 mesi del 2013 che consecutivamente si sono chiusi in positivo.
Entrando nel merito dei dati lombardi, dall’analisi di Crif emerge che la contrazione del numero di domande di mutuo nel corso del 2013 è stata pari a -2,8%, quindi lievemente meglio della media nazionale (che ha fatto segnare un -3,6%), mentre l’importo medio richiesto è risultato pari a 135.544 euro, in calo del -5,3% (contro un più contenuto -3,1% del totale Italia, attestatosi a 127.329 euro). Nella spaccatura per province spiccano l’andamento in controtendenza di Sondrio, con un +6,4%, Mantova, con +3,3%, e Brescia con +1,8 %, uniche tre a caratterizzarsi per un segno positivo nelle richieste di mutuo. All’estremo opposto, invece, si colloca Varese, con un -6,5% rispetto al 2012, Pavia (-5,8%), Como (-4,7%) e Bergamo (-3,9%). In termini di importo medio richiesto, il più elevato è risultato essere quello della provincia di Milano con 145.392 euro, nonostante un calo del -4,4% rispetto al 2012 di importi richiesti e una flessione del numero di domande del -2,7%.

La crisi colpisce anche il mondo del prestito in senso più lato, come conseguenza del calo dei consumi: per quanto riguarda i prestiti finalizzati, invece, il calo delle richieste per Cremona è stato del 3,1%, mentre quello degli importi richiesti è stato del 2,7%; infine sui prestiti personali si registra una dimunuzione di domande pari al 5,6%, mentre rispetto all’importo richiesto il dato è del -9%. A livello nazionale la contrazione per i prestiti finalizzati è stata del 5,0% mentre quella per i prestiti personali ha fatto segnare un -4,1%. “L’atteggiamento estremamente cauto da parte delle famiglie trova riscontro anche nella progressiva diminuzione dell’importo medio delle richieste – spiegano i ricercatori -: relativamente all’intero anno 2013 per i mutui è stato pari a 127.329 euro contro i 131.445 Euro dell’anno precedente, per i prestiti finalizzati all’acquisto di beni/servizi (quali auto e moto, arredo, elettronica ed elettrodomestici, ma anche viaggi, spese mediche, palestre ecc.) è stato di 4.317 euro (-10,7% rispetto al 2012) mentre per i prestiti personali è sceso a 11.249 euro (-8,4% rispetto al 2012)”.
In termini di importo richiesto, inoltre, in Lombardia la media è stata pari a 5.044 euro per i prestiti finalizzati (-7,8% rispetto al 2012) e di 11.263 euro per quelli personali (-10,5%). Unici casi tra tutte le province lombarde, Mantova mostra un incremento nel numero di richieste di prestiti finalizzati (+3,9%), mentre è Como a far segnare una crescita del +1,0%  per quelli personali. La contrazione più consistente, al contrario, è quella registrata rispettivamente a Bergamo (-10,4%) per i prestiti finalizzati e a Brescia (-10,7%) per quelli personali.

“L’andamento delle richieste di credito rappresenta un indicatore di straordinaria importanza per tastare tempestivamente il polso alle famiglie e valutare il loro livello di fiducia nei confronti del futuro e la propensione ad impegnarsi nell’investimento per la casa o per l’acquisto di beni durevoli o di costo più elevato – commenta Simone Capecchi, direttore sales & marketing di Crif -. Per altro, il quadro congiunturale risulta ancora fragile, con il persistere di segnali negativi sul fronte dell’occupazione e la sostanziale debolezza dei redditi disponibili. Di conseguenza il credito retail permane condizionato da una forte prudenza che influenza sia la domanda di finanziamenti da parte delle famiglie, che temono di non riuscire a far fronte regolarmente ai debiti contratti, sia l’offerta, che deve far fronte al progressivo innalzamento dei livelli di rischiosità. Alla luce di questa situazione è oltremodo fondamentale che i consumatori abbiano una chiara consapevolezza del ruolo che il livello di sostenibilità finanziaria e la propria storia creditizia assumono nella valutazione da parte di banche e società finanziarie ai fini dell’erogazione di nuovi crediti”.

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