La legge contro l'omofobia scuote il mondo cattolico Domenica sentinelle in piazza
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Scuote il mondo cattolico cremonese l’iniziativa delle “Sentinelle in piedi” che si terrà nel pomeriggio di domenica prossima 19 gennaio, in piazza del Duomo, contro i matrimoni gay. Da un commento (negativo sull’iniziativa) su Facebook di Luca Burgazzi, volto in ascesa nel Pd, membro della segreteria provinciale e cattolico praticante, è scaturito un dibattito che sta coinvolgendo da più giorni molte voci, tra cui quella di Antonella Nuovo, magistrato, e don Fabrizio Ghisoni, vicario a Soncino. Argomenti che si intersecano con quelli affini dei Registri delle unioni di fatto, istituti in sempre più Comuni (e Crema ne ha appena deliberato l’avvio).
A scatenare il dibattito tra cattolici è in realtà la concomitanza di due fatti distinti, anche se connessi: il recente passaggio alla Camera dei Deputati della legge Scalfarotto (Pd) contro l’omofobia e la protesta di domenica ad opera del movimento apartitico e aconfessionale derivato dai “Veilleurs Debout”, nati a Parigi dopo la repressioni delle manifestazioni de “La Manif Pour Tous” contro i matrimoni omosessuali. “Da cattolico mi vergogno profondamente per questo tipo di manifestazione – scrive Burgazzi a commento della notizia -. La legge Scalfarotto è un passo di civiltà che da tempo il Paese stava aspettando. Sui diritti non si può discutere”. “Un passo di civiltà?- gli replica con due punti esclamativi don Fabrizio Ghisoni – Verso quale civiltà si sta andando? Su quali diritti non si può discutere? Forse sul diritto della natura che ha pensato all’accoppiamento esclusivamente tra generi diversi? O non si discute il diritto di negare i generi? Stamane alla radio dicevano del diritto delle coppie omosessuali all’adozione; si ignoravano i diritti del bambino. Qualcuno pensa ai diritti delle donne cui viene affittato l’utero nel terzo mondo per far avere un figlio agli omosessuali? Quali sono i diritti indiscutibili? Quale civiltà si costruirà?”.
Il dibattito prosegue con qualche intervento più leggero: “La faranno anche a Cremona questa pagliacciata?!”; e con quelli di Antonella Nuovo: la proposta Scalfarotto “è un testo minimal che contiene solo la possibilità di godere della pensione di reversibilità, del subentro nel contratto di affitto e del diritto all’assistenza e alle informazioni dei sanitari durante il ricovero ospedaliero del partner. Niente matrimoni o adozioni, neppure dei figli del partner”, concludendo con uno sconsolato: “se non siamo d’accordo neppure su questo, non so davvero che dire”. Ma per il sacerdote soncinese, il testo passato alla Camera si basa su presupposti potenzialmente devastanti: nelle premesse si definisce “con identità di genere la percezione che una persona ha di sé come uomo o donna, anche se non corrispondente al proprio sesso biologico”. La legge inoltre non traccia una linea di demarcazione netta tra semplice pregiudizio e reale discriminazione (ma Nuovo corregge spiegando che è compito del giudice farlo, per questa come per tutte le altre leggi).
“Gli amici delle sentinelle – ribadisce Burgazzi – contestano la legge sull’omofobia dichiarando il proprio no alle unioni civili. Liberissimi di farlo, ma è un po’ come dire no al consumo di suolo davanti ad una cassa di Martini… appunto non c’entra nulla”. E tra un “la legge Scalfarotto fa pena” e un altro “la legge Scalfarotto non parla di matrimoni gay. Peccato”, don Ghisoni affronta il problema del definirsi “cattolici ” e poi mettere in dubbio il senso dell’identità sessuale: “Da cattolico – chiude il sacerdote – è difficile negare che Dio sia il creatore, è difficile negare il concetto di “vocazione”, è difficile immaginare che Dio ti prenda in giro dandoti un corpo femminile e una vocazione maschile”.
Lo scambio di opinioni sta andando avanti da quattro giorni.
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