Politica

Trespidi (Udc): 'Galimberti non entri nel turbillon delle primarie'

Nelle ore in cui viene resa pubblica la candidatura di Gianluca Galimberti a candidato sindaco, il segretario provinciale Udc Giuseppe Trespidi si augura che “non cada nel turbillon delle primarie del centrosinistra. Dipende da lui – aggiunge il segretario del partito centrista – scegliere se entrare nel gioco delle primarie o meno, nessuno lo può obbligare”. Apprezzato come  gran brava persona” (giudizio peraltro condiviso con tutti coloro che in questi mesi si sono espressi sul presidente di Partecipolis), capace di “aver messo insieme un gran bel gruppo”, Galimberti viene atteso al varco delle scelte che in prima persona sarà chiamato ad operare. Prima fra tutti se presentarsi come semplice candidato di Partecipolis, oppure – strada su cui sta lavorando la segreteria del Pd – se partecipare alle primarie del centrosinistra insieme ai candidati di Sel e Psi.

L’Udc dal canto suo intende presentarsi alle prossime amministrative con una candidatura autonoma, salvo convergenze di altri gruppi sulla base della condivisione del programma. In cima al quale sta il rapporto tra Comune e partecipate. “In questi anni il Comune di Cremona non ha svolto la funzione di punto di riferimento per il bacino provinciale”, afferma Trespidi. “Si è comportato come un nano, alla stregua di qualunque altro piccolo comune della provincia. Sul tema dei rifiuti, ad esempio. E’ il Comune – azionista a dover indicare l’agenda ad Lgh, non il contrario. L’azienda può fare le sue proposte, ma è il Comune che deve decidere se attuarle o meno. Finiamola, ad esempio, di far passare il messaggio che per fare la raccolta differenziata occorre spendere di più: i costi non devono aumentare punto e basta. Si arrivi finalmente all’individuazione di un bacino omogeneo (la Regione ha stabilito che sia di livello regionale) e si faccia una gara che individui un unico gestore, attuando così dei veri risparmi su raccolta e smaltimento. In questo modo si risolverà da sé anche il problema dell’inceneritore, con l’abbandono (accompagnato, visto che occorre garantire l’alimentazione del teleriscaldamento) degli impianti più obsoleti e il trasferimento a quelli più efficienti dei rifiuti prodotti in tutto il bacino”. Un’ipotesi che, probabilmente, vedrebbe di qui a pochi anni la chiusura dell’impianto di san Rocco.

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