Cronaca

A carico del moldavo arrestato anche doppia violenza sessuale

AGGIORNAMENTO – E’ finito in manette il latitante che lo scorso 9 settembre, a bordo di un’autovettura Bmw rubata, aveva forzato un posto di blocco a San Felice, di fronte al McDonald’s. Gheorghe Pozdirca è il giovane ma pericoloso moldavo di 23 anni arrestato venerdì pomeriggio a Piacenza dagli agenti della Questura Cremona che lo hanno bloccato all’uscita dell’appartamento condiviso con la compagna. L’arresto è stato possibile in seguito ad una certosina indagine condotta dalla Squadra mobile di Cremona sulla base di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Cremona per aggressione a pubblico ufficiale, in seguito all’episodio della forzatura del posto di blocco. L’episodio è stato solo l’ultimo di una serie di reati imputati al moldavo, intercettato a san Felice (dove aveva dovuto abbandonare l’auto ed era fuggito nei campi dopo aver causato il ferimento di un agente) mentre probabilmente si stava recando sul milanese per consegnare il veicolo rubato. A suo carico risultano infatti un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Milano il 6 aprile scorso per violenza sessuale aggravata, oltre ad una richiesta di arresto provvisorio ai fini estradizionali nell’ambito di diversi procedimenti, uno dei quali emesso il 28.11.2012 dal Tribunale di Calarasi (Moldavia)  ancora per il reato di violenza sessuale aggravata, lesioni e sequestro di persona. Pozdirca è inoltre  indagato in stato di libertà per il reato di “false attestazioni a pubblico ufficiale e falso materiale commesso da privato in certificati o autorizzazioni amministrative” per aver contraffatto il passaporto e per il furto dell’auto del 9 settembre 2013.

Una indagine minuziosa e resa complicata anche dalle false identità del soggetto, che viaggiava sotto diversi nomi (da ultimo con passaporto romeno intestato a un incensurato), quella coordinata dal dirigente dalla Squadra Mobile di Cremona Nicola Lelario, grazie ad un mix di mezzi tecnologici e tradizionali, fatto di analisi delle utenze, intercettazioni e controllo del territorio. Indagine partita da un’impronta digitale rinvenuta proprio in seguito allo scontro di San Felice e rimasta in capo alla Questura di Cremona per effetto delle lesioni procurate  all’agente.

Nei giorni precedenti all’arresto, le  intercettazioni telefoniche avevano permesso agli uomini della Squadra mobile di capire che il ricercato aveva rivolto violenze anche nei confronti della propria attuale compagna, con la quale conviveva appunto a Piacenza.
«Per tutta questa serie di motivi si è reso necessario agire con massima tempestività» ha dichiarato il capo della Squadra mobile Lelario, che si è avvalso in particolare dell’operato degli ispettori Bonetti, Mori (per le intercettazioni e l’analisi delle celle telefoniche) e Bonomi.

Alla conferenza stampa svoltasi sabato mattina ha preso parte anche il Questore Rossetto che ha elogiato l’operato degli investigatori, pur in un periodo festivo che ha costretto alcuni a rinunciare alla licenza.

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