Politica

Quanto durerà il governino di Lettanipote?

La domanda è la più gettonata sotto l’albero di Natale. L’ira degli avversari sta dilagando. Durerà? E quanto durerà il “governino Letta”? E’ vero che Lettanipote è stato benedetto al Meeting di Cl,è vero che è portato in palmo di mano da zio Gianni e da nonno Giorgio, è vero che ha una certa abilità negli slalom tra le rogne. Esempio:come si è arreso ai sindaci sulla nuova tassa sulla casa e la frenata sulle slot machine in pochi ce l’avrebbero fatta,almeno con quel suo aplomb britannico. Ma è altrettanto vero che proprio il suo scivolone biscazziero (meno soldi ai comuni anti slot) ha innescato il dispetto di Renzi che ha definito la mossa del duo Letta&Alfano “una porcata”. Pure gli industriali si sono messi di traverso stroncando la legge di Stabilità perché “non fa crescere il Paese”. Certo Letta ha parato i colpi dicendo di non voler sfasciare i conti ma l’ira degli avversari sta lievitando a dismisura.

E  la lista delle figuracce non si ferma.  Prendiamo ad esempio i cosiddetti “Affitti d’oro”. Cioè gli immobili presi in affitto dal Parlamento (e dagli altri organi costituzionali) e  pagati a peso d’oro. Una spesa pazzesca, duramente avversata dai grillini, che Letta avrebbe fatto passare se non fosse insorto il M5S e certa stampa. Per capirci: la spesa totale, in euro, per Palazzo Madama in sole locazioni immobiliari è stata di 3 miliardi. Uno sproposito. Morale: il governo è stato costretto alla retromarcia sull’emendamento che obbligava lo Stato a disdire i contratti troppo costosi e la bufera, per un po’, si è placata.  Ma solo un attimo. Il tempo di un caffè. Le correzioni decisive portano la firma di Matteo Renzi. Ahi! Poi c’è la crisi del socio Alfano, pieno di dubbi e tormenti. Angelino è al bivio: mollare Letta o sparire. Non sa che fare. Forse pensa di essersi spinto oltre le sue possibilità. Gli amici dicono che si sente in un angolo, alla guida di una zattera che dovrà affrontare la tempesta. Vittorio Sgarbi, ospite di Santoro nella famosa puntata choc  (quella in cui “Servizio pubblico” ha dato voce ad un antagonista che ha incitato “ad uccidere la Santanchè e quelli come lei”) lo ha bollato con epiteti irriferibili. Dicono che il Cav sarebbe già pronto a riabbracciarlo se Angelino ammettesse i suoi errori. Solo tattiche pre-elettorali?

Intanto il clima si arroventa. Il Pd è stato attaccato in aula dai grillini al grido  “siete in mano ai lobbisti”. Sorial (5 stelle) non le ha mandate a dire: “Il governo permette agli squali di allungare le mani sullo Stato”. La Camusso non ha gradito la Legge di Stabilità (blindata con la fiducia) e sul taglio del cuneo fiscale è stata perentoria: “Si è persa una occasione”. Il governo, ha poi spiegato, “era nato promettendo una stagione di crescita. Evidentemente si sono persi nella fumosità degli equilibri politici “. Tombola. Non parliamo poi delle bordate che partono dall’altra sponda. Giorni fa il Giornale di Sallusti ha fatto un titolone al neon in prima pagina che più tranciante non si può. Eccolo: ”Questi sono pazzi”. E giù l’elenco delle follie. Follia fiscale (più tasse agli artigiani per trovare i soldi per gli esodati).  Follia politica (il governo “regala milioni di euro a De Benedetti”).Follia giudiziaria: “bloccano Berlusconi (doveva andare al vertice Ppe di Bruxelles) ma fanno fuggire un serial killer”.

Eppoi c’è Renzi che fa il Tony Blair. Lo sganciamento del Pd dalla Cgil ha ormai il sapore della sfida. L’ultimo strappo è stata la proposta  di contratti di ingresso nel mondo del lavoro privi però delle tutele dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Il Governo è ormai accerchiato anche dalle tensioni  che lievitano nel Pd.E a molti – a troppi – non va giù che Lettanipote continui a mantenere quella che Piero Ostellino ha definito “una Pubblica amministrazione pletorica, invasiva, parassitaria e dispotica”. Lettanipote è vicino al capolinea?

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