Ambiente

Aria avvelenata: "Istituzioni inerti, consiglio regionale straordinario"

I Comitati ambientalisti della Bassa chiedono ai sindaci di prendere posizione contro l’assenza di strategie per combattere l’inquinamento dell’aria, da quasi due settimane molto oltre i livelli tollerati dalla legge e peraltro insufficienti a garantire il diritto alla salute. L’invito è rivolto anche al Consiglio Regionale affinchè “la Giunta fornisca informazioni circa le misure di riduzione degli inquinanti dell’aria in corso di pianificazione nell’ambito del Piano Regionale di Risanamento dell’Aria, sulle risorse che verranno impiegate ed i tempi previsti per l’attuazione delle stesse”.

Il documento che sta girando i queste ore è sottoscritto da Coordinamento dei Comitati contro le autostrade Cr-Mn e Ti-Bre,  Legambiente Lombardia, Coordinamento Comitati  Ambientalisti Lombardia, Associazione WWF-Cremona, Salviamo il Paesaggio Cremonese Cremasco  e Casalasco, Legambiente Cremona, Associazione Persona-Ambiente. Lo slogan è “si a Tibre e Mn-Cr-MI ma solo ferroviarie”. I comitati denunciano il silenzio istituzionale seguito alla classificazione fra i cancerogeni dell’inquinamento atmosferico e del particolato da parte dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro e richiamano  tutte le forze politiche e i pubblici amministratori ad operare affinché nel più breve termine, con ordine di priorità  e con ogni mezzo possibile venga ridotta l’esposizione della popolazione agli inquinanti dell’aria.

Il documento fa riferimento alle recenti notizie sullo smog in Italia e a Cremona, a cominciare dalle centraline Arpa collocate in provincia, e in particolare: “da 13 giorni consecutivi a Cremona il valore della concentrazione delle polveri sottili è al di sopra dei limiti di legge; dal 1°gennaio le centraline del PM10 hanno superato il limite di 50 µg/m³ per un numero di giorni pari a 64 (rispetto ai 35 consentiti) con un picco di 158 µg/m³; dal 1°gennaio le centraline del PM 2,5 (le più pericolose) hanno superato il limite di 25 µg/m³ per un numero di giorni pari a  102 (dato questo solo statistico dal momento che l’Italia non ha ancora recepito la direttiva Europea in materia) con un picco di 123 µg/m³”.

Due degli ultimi  studi in materia, ampliamente diffusi dalla stampa, sono passati semplicemente inosservati: quello della IARC (l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) che ha classificato l’inquinamento atmosferico – nel suo insieme – quale cancerogeno per l’uomo (Gruppo 1) ed ha classificato separatamente fra i cancerogeni per l’uomo anche il particolato, uno dei principali componenti dell’inquinamento atmosferico, affrermando che “l’aria che respiriamo è oggi inquinata da una mistura di sostanze cancerogene ed è il più diffuso cancerogeno ambientale, oltre che una causa primaria di tumore”; e lo studio Escape  (European Study of Cohorts for Air Pollution Effects), pubblicato sulla rivista Lancet, condotto per 20 anni su 360 mila residenti in grandi città di 13 paesi europei, che ha evidenziato, in modo preoccupante, che il risultato è valido a qualsiasi livello di esposizione, per quanto basso sia; quindi anche per le località che si trovano ben al di sotto dei limiti di legge dettati dalla direttiva europea (per il PM 2,5 è 25 µg/m³).

A fronte i tutto ciò, i Comitati rilevano l’inerzia delle istituzioni: “A fronte di questa gravissima situazione – si legge –  da noi da tempo denunciata, si imporrebbero scelte straordinarie, strutturali e sostenibili in tema di mobilità, energia e politiche industriali, mentre si persevera nella direzione opposta continuando ad autorizzare attività inquinanti come i 170 impianti a biogas e biomassa previsti nella nostra provincia le cui emissioni inquinanti sono pari a quelle di circa 1,5 milioni di nuovi veicoli in circolazione sulle nostre strade.

L’Italia pur ritrovandosi alla soglia di una nuova procedura di infrazione per violazione delle norme sull’aria, preferisce investire le proprie risorse in infrastrutture per la mobilità privata che servono a pochi e in grandi eventi che poco o nulla lasciano alla popolazione”.

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