Politica

Renzi vincitore atteso Dopo di lui il diluvio?

Domenica prossima andranno in scena le primarie del Pd. Nei gazebo tira aria di flop, l’americanata ha perso freschezza.  Non è più quella che ha portato in vetta Prodi,Veltroni e Bersani. Renzi è il vincitore atteso. Ma il punto è: di quanto?

Il Pd ha riscoperto la Resistenza. A Renzi. Mentre molti  sono già saliti sul suo  carro,  gli irriducibili resistono e  sparano le ultime cartucce: D’Alema lo ha paragonato a Virna Lisi  (“con quella bocca può dire ciò che vuole”), Rosy Bindi gli ha rifilato accuse infamanti (“basta con le ricette paraberlusconiane”), Beppe Fioroni prima lo ha corteggiato poi – respinto –  lo ha graffiato  dandogli del doppio- cerchiobottista.

Sulla sua strada il sindaco di Firenze trova due avversari “asfaltabili”: Gianni Cuperlo, 52 anni, un colonnello algido è la voce dell’apparato sostenuto da Baffino; Pippo Civati, 38 anni, deputato da febbraio, belloccio e spiritoso su Berlusconi (“noi facciamo le primarie, loro le ereditarie”), è il terzo incomodo. Renzi non avrà particolari problemi. Ha già conquistato i circoli Pd – cioè le pre-primarie –  con il 46,7% contro il 38,4% del suo principale avversario (Cuperlo) e il 9,1% di Pippo Civati; l’ultimo arrivato, Gianni Pittella, si è preso il 6%.

Ha vinto il confronto televisivo negli studi di SkyTg24 usando parole chiave (“speranza”, “passione”), elencando valori e temi alla moda (la terra dei fuochi),citando studi ed esempi americani. E’ lui il segretario in pectore. Renzi , a dire il vero, si sente già il capo di Letta ed è pronto a dare il benservito ad Alfano.Glielo ha già detto:”Deve capire che ora il governo  è incentrato sul Pd”. E poi, per non essere frainteso:” Alfano si adegui, ha solo  30 deputati, noi 300”. Quindi la botta finale: “Io non ho paura del voto, Alfano sì perché sa che il Cav.  lo asfalterà ”. Una volta eletto che succederà? Il diluvio?

Renzi ha una sola paura:il flop ai gazebo.Il match televisivo ha mandato un primo avvertimento ;ha incassato solo il 2,67% di share contro il 6,17% del precedente duello Renzi-Bersani . Pesano su queste primarie molte cose: ad esempio  il caos nei congressi locali, i brogli, le tessere fasulle, un clima da psicodramma che ha investito  il partito da Asti  a Trapani. “Il calo ci sarà” ha sentenziato il pur cauto Nando Pagnoncelli, ricercatore alla guida dell’Ipsos. Sì, d’accordo, ma di quanto?  Renzi anticipa: “Se pure si presentassero  1,5 milioni di persone sarebbe un successo. Nel 2005 il candidato leader Prodi portò nei gazebo 4,3 milioni di elettori;due anni dopo, Veltroni, nel suo piccolo,  ne portò 3,6 milioni.Bersani nel 2009 ne catturò 3,1 milioni. Ora Renzi si acconterebbe della metà. C’è qualcosa che non torna.

Anche il confronto tra i candidati del Pd è stato, a mio avviso, deludente. Si è scaldato solo su patrimoniale e matrimoni gay. Ci saremmo aspettati un intervento  – serio, profondo, articolato, costruttivo –  sulla condizione tragica che sta vivendo il Paese con 12 milioni di poveri di cui 6 milioni  che fanno la fame ed altrettanti che cercano, e non trovano, il lavoro. Ci saremmo aspettati un impegno a sostegno dei piccoli e medi imprenditori che sono il pilastro  dell’Italia; ogni giorno chiudono 1.000 partite Iva, nei primi nove mesi del 2013 sono fallite quasi  9mila aziende,lo Stato paga male e tardi. Il Paese è  stritolato  in una morsa letale tra la stretta creditizia ed una tassazione da record mondiale. La dittatura finanziaria (che ha il volto della Banca centrale europea)  ha provocato un disastro epocale.  La gente è stufa ed arrabbiata. Il V-day di Genova  ha inviato un segnale forte.  Guai a sottovalutarlo.

Enrico Pirondini

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