Cronaca

Al cimitero in ricordo del sindaco antifascista Gino Rossini

Condizionata, ma non impedita dal maltempo, si è svolta, nella ricorrenza del 65° della scomparsa, la cerimonia celebrativa della figura di Gino Rossini, protagonista della resistenza antifascista e primo Sindaco elettivo del Comune di Cremona nel secondo-dopoguerra. Sabato attorno alla tomba posta nel Comparto E del Civico Cimitero si sono ritrovati, insieme con il Sindaco Oreste Perri, i famigliari dello scomparso, l’Associazione Zanoni, i socialisti della provincia di Cremona ed i vertici delle associazioni partigiani, l’Anpi con il presidente Mariella Laudadio e Giuseppe Azzoni ed i Partigiani Cristiani con il presidente Sen. Angelo Rescaglio e Graziano Bertoldi. La cerimonia, iniziata con la deposizione dei tradizionali garofani rossi, ha preso avvio dall’intervento di Gianmario Beluffi, presidente dell’Associazione Zanoni, che, dopo aver dato lettura di un indirizzo di saluto del Prof. Mario Coppetti, ha tratteggiato il profilo dell’indimenticato Sindaco socialista, trovatosi a fronteggiare, con l’appoggio delle forze della Resistenza l’immane tragedia del dopoguerra. Mentre rivendicava le ragioni dello snodo repubblicano Rossini seppe fronteggiare le terribili emergenze sociali ed economiche ed avviare la ricostruzione e lo sviluppo. Il Sindaco Perri si è dichiarato orgoglioso di rappresentare la Città nella rievocazione di una figure così nobile di cittadino testimone di una tensione civile e di una passione solidaristica, che è bene ricordare anche nella contemporaneità. La figlia di Rossini, Clara, ha ringraziato il Sindaco, le associazioni, i cittadini che hanno voluto ricordare il padre ed ha espresso l’orgoglio della famiglia di vedere continuare la sua testimonianza. Al termine della cerimonia una delegazione di socialisti ha reso omaggio alle tombe dei sindaci socialisti di Cremona: Attilio Botti, primo sindaco dal 1914 al 1920; Bruno Calatroni, nominato dal Comitato di Liberazione Nazionale in carica dal 28 aprile 1945 al marzo 1946; Arnaldo Feraboli dal 1957 al 1960; Emilio Zanoni dal 1970 al 1980 (che nel proprio testamento nominò erede universale dei beni di famiglia il Comune di Cremona).

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