Ambiente

Legambiente: inceneritore di Cremona tra quelli da chiudere per primi

Secondo Legambiente l’inceneritore di Cremona è al terzultimo posto in Lombardia per emissioni di polveri sospese e al quart’ultimo per rendimento energetico. Insomma, un impianto vecchio, che non è il caso di ammodernare, definito tra i “mediocri” in regione. Uno di quelli da chiudere subito, o meglio da non ammodernare in quanto appare assai più produttivo orientare gli investimenti  verso  le forme “a freddo” di smaltimento dei rifiuti e verso il recupero dei materiali.  “Serve – afferma Legambiente regionale – una ricognizione delle scadenze autorizzative e delle prestazioni tecnologiche e ambientali degli impianti in attività, indicando criteri e priorità alla luce dei quali gli impianti prossimi a scadenza, specie se inquinanti, non investano un soldo in interventi di ristrutturazione (revamping), ma – più semplicemente – cessino l’attività e vengano smantellati, liberando i sedimi industriali per far spazio a nuovi impianti di trattamento (‘fabbriche dei materiali’). Nel dossier di Legambiente: “Inceneritori in Lombardia: quanto basta?”, si evidenzia che la chiusura di soli quattro inceneritori tra quelli con prestazioni più mediocri (Parona, Desio, Busto Arsizio e Cremona) permetterebbe non solo di ridurre di oltre un quinto la potenzialità impiantistica, ma anche di abbattere le emissioni atmosferiche prodotte dal parco inceneritori lombardi: del 49% per quanto riguarda le polveri, del 34% per gli ossidi d’azoto, e addirittura del 51% per le diossine.

“Siamo consapevoli che ci vuole una buona dose di coraggio per dire che, signori, si chiude – afferma il presidente regionale dell’associazione Damiano Di Simine – Ma molto meglio farlo ora, con imprese in condizioni di attuare nuovi investimenti in conversione tecnologica e differenziazione produttiva, piuttosto che lasciare che la situazione peggiori per logoramento e crescente indebitamento e che, alla fine, a chiudere non siano singoli impianti, ma intere aziende”.

In particolare l’impianto cremonese, secondo i dati autocertificati dai gestori e messi a confronto da Legambiente, ha prestazioni peggiori per quanto riguarda le polveri sospese che, insieme agli ossidi di azoto e alle diossine costituiscono i peggiori veleni dell’incenerimento rifiuti. L’associazione non si limita ad un’analisi ambientale, ma nelle 50 pagine dello studio (scaricabile per intero sul sito internet) sottolinea anche la rilevanza economica di una riconversione “green” degli impianti, almeno a lunga scadenza, nella prospettiva di una progressiva riduzione su scala europea dei rifiuti da smaltire e nella consapevolezza che in carenza di “materia prima” gli impianti italiani saranno sempre meno competitivi rispetto a quelli europei collocati in contesti logistici più favorevoli. Queste infatti le conclusioni:

“Un criterio di indirizzo per il decommissioning progressivo delle linee di incenerimento potrebbe prendere le mosse da un bilanciamento tra dead line tecnologiche e procedurali (scadenze autorizzative, vita utile dell’impianto) e benchmarking basato su indicatori chiave, quali quelli utilizzati in questa trattazione (efficienza energetica, emissioni specifiche di polveri, Nox e diossine), così da perseguire, oltre alla minimizzazione dell’impatto economico sui gestori, anche l’elevazione delle prestazioni ambientali ed energetiche medie dell’intero parco impiantistico. Una simile valutazione applicata sul parco impiantistico della Lombardia origina una graduatoria in cui a prestazioni più mediocri corrisponde un punteggio più alto”. L’impianto di Lgh di Cremona figura per l’appunto 11esimo tra i 13 della Lombardia.

E IL PD RISPONDE A BORDI: Sì ALLA CONDIVISIONE, MA SUI FATTI

Il Pd, intanto, risponde all’assessore Francesco Bordi che ha parlato in merito ai rifiuti di scelte da condividere con tutte le forza politiche (leggi articolo). “Dal 30 settembre – scrivono Manfredini e Poli – giorno in cui si è votato in consiglio comunale la delibera,  il Comune di Cremona ha un chiaro indirizzo politico da portare avanti;  impegnare il suo gestione in una serie di cose tra cui: escludere interventi sull’impianto di termocombustione di via S. Rocco che richiedano, ai fini della compatibilità economica dell’intervento, un costante conferimento di rifiuti da  incenerire, approvando solo progetti tesi a migliorare il funzionamento dell’impianto stesso  e delle emissioni in atmosfera e chiedere al gestore analisi e valutazione di soluzioni  impiantistiche del trattamento del rifiuto residuo diverse dall’incenerimento e dal conferimento in discarica, e tra queste l’istituzione del servizio di raccolta differenziata con modalità spinta che raggiungerà quasi il 50% degli abitanti cremonesi entro il corrente anno ed il 100% entro i primi mesi del 2014. Lunedì in consiglio andranno in discussione due interrogazioni del Pd che chiariranno una volta per tutte lo stato dell’arte sull’inceneritore”.

“I giorni scorsi – continuano i democratici – e peccato che la giunta Perri si sia ben guardata di partecipare alla commissione (in ufficio di presidenza) con i vertici di Lgh e di Aem,  sono emerse una serie di informazioni sul piano industriale di Lgh e i futuri investimenti di Aem. In particolare sull’inceneritore, Aem ha confermato che seguirà gli indirizzi votati in consiglio comuanale, e per ora a distanza di un anno dal rinnovo Aia, Aem è intenzionata a ottemperare ad una serie di prescrizioni già contenute del decreto (es. intervento sulla linea 1 e l’investimento pari a 4 mln di euro). Utile capire se è già stato ripetuto lo studio, avviato nella fase di costruzione dell’impianto, relativo alle ricadute sul suolo delle emissioni in particolare di microinquinanti, richiesta avanzata nella conferenza di servizio del 14/11/2011 che ha espresso parere positivo al rilascio dell’Aia”.
“Infine – concludono Manfredini e Poli – prendiamo atto dell’invito alla condivisione formulato dall’Assessore, ma crediamo che ci potrà essere solo sui fatti non sulle intenzioni, per questo siamo pronti a confrontarci su delle valutazioni economiche di soluzioni impiantistiche diverse dall’incenerimento e dal conferimento in discarica  e sull’effettiva estensione della porta porta entro i primi mesi del 2014;  noi vigileremo che, al di là delle parole,  seguano precisi documenti e atti formali da parte della giunta che vadano espressamente nella direzione della delibera votata”.

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