Cronaca

TALENTI CREMONESI ALL’ESTERO (14) Fulvia Zaninelli dalla National Gallery «E pensare che Cremona è riconosciuta in tutto il mondo per la musica e l’arte»

Fulvia Zaninelli, 33 anni, vive a Washington negli Stati Uniti. Lavora alla National Gallery of Art di Washington DC., ricercatrice per il Department of Curatorial Records. «La mia ricerca – racconta – si focalizza sullo studio della provenienze e del collezionismo dei dipinti di arte antica della collezione di Samuel Henry Kress. Si tratta al’incirca di 1500 opere conservate in più di 80 musei sparsi per gli Stati Uniti». Fulvia ha lasciato Cremona nel 1997 per andare a studiare all’Università di Lettere e Filosofia di Firenze. Poi, si è trasferita a New York e a Londra. «Io sono di Robecco d’Oglio – dice -. Ho lasciato la Pianura per ragioni di studio: dopo il liceo linguistico, il mio amore per la storia dell’arte inizialmente rivolto al primo rinascimento, mi ha portato a scegliere l’Università di Firenze».
«Cremona – continua – è una bellissima piccola cittadina di provincia, nota in tutto il mondo per la sua cultura musicale, la liuteria naturalmente (la divisione musicale della Library of the Congress conserva dei violini Stradivari), ma anche per l’arte. Moltissime persone riconoscono l’importanza culturale rivestita da Cremona nel Rinascimento e la nostra cattedrale come la “Cappella Sistina del Nord”. Purtroppo, ma questo non vale solo per Cremona, ma per l’Italia in generale, l’industria culturale, quando e se esiste, non è stimolante ed è vittima delle caste. Sottovalutata. Violentata».

Se potesse, Fulvia non ci penserebbe due volte e tornerebbe a vivere in Italia. «Chi non ci vorrebbe vivere? – dichiara -. Purtroppo la realtà lavorativa è molto scoraggiante, nemmeno al passo con l’Europa. È un paese fermo, che castra la creatività e le enormi potenzialità del suo popolo. Non parlo di possibilità concreta dell’assurdità di un impiego fisso a vita, ma di possibilità di dimostrare e testare le proprie potenzialità. Perché no, anche di inventarsi una professione». Non ci sono dubbi: Fulvia è contenta della scelta fatta. «Si, lo rifarei 1000 volte – risponde – So di essere fortunata ad avere avuto una chance. Soprattutto nel mio ambito è difficile riuscire a trovare un lavoro. Paradossale nel paese dell’arte vero? O forse no, se si pensa a come e da chi vengono gestiti i patrimoni artistici, architettonici e culturali italiani. Si parla sempre di mancanza di fondi e mai della gestione di questi fondi, seppur miseri». E se non fossi partita? «Non so come sarebbe andata a finire. Probabilmente avrei fatto lo storico dell’arte, disoccupato».

 

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