Cronaca

A21, stallo da due anni e opere paralizzate Unica concessione per Tibre e Cr-Mn?

Destino sempre incerto per l’A21, con la concessionaria Centropadane congelata da due anni in una situazione di stallo a causa del mancato rinnovo da parte del Ministero delle Infrastrutture. Entro breve dovrebbe essere confermata l’acquisizione da parte del gruppo Gavio delle quote poste in vendita dalla Provincia di Piacenza. Unica offerta pervenuta, che non  dovrebbe trovare ostacoli da parte degli altri soci. Con questa acquisizione, il gruppo Gavio arriverà quasi all’11% del pacchetto azionario, quota che potrebbe salire se il gruppo industriale decidesse di esercitare la prelazione anche sulle quote (circa l’1,84% dell’intero capitale di A21) che il Comune sta mettendo in vendita nell’operazione di concambio con Aem Spa. Il Gruppo Gavio avrebbe assicurato di non intendere esercitare la prelazione su questo pacchetto azionario; si tratta comunque di una quota veramente minima di partecipazione, pari a poco meno di 1,5 milioni di euro, che se anche andasse in mano privata – fanno notare dal Comune – non stravolgerebbe gli assetti proprietari e non sarebbe motivo di marginalizzazione per Cremona.

Il vero problema di Centropadane sembra essere piuttosto la paralisi gestionale. Si fa solo gestione ordinaria, mentre restano al palo gli investimenti contenuti nel piano economico finanziario, quali il nuovo raccordo Cremona-Castelvetro con terzo ponte; la tangenziale Robecco – Pontevico, altre opere correlate alla città di Brescia. Opere che annoverano molti detrattori, come il  Comitato contro le autostrade, o l’assessore regionale leghista Gianni Fava, ma anche molti favorevoli.  “Ci auguriamo che una decisione venga presa in fretta – afferma il presidente della Provincia Massimiliano Salini – e che si arrivi presto ad una decisione, perchè da tempo tutte le opere sono bloccate. Ci sono almeno tre scenari possibili: oltre all’indizione della gara, lo sblocco della concessione esistente da parte del Ministero, in modo da consentire alla società di completare il piano economico finanziario. O ancora una terza via, se andranno in porto modifiche normative che aprano nuovi scenari, ad esempio la fusione delle concessioni. Nella compagine azionaria di Centropadane già adesso figurano Serenissima e gruppo Gavio; si potrebbe pensare ad un nuovo gestore per tutte e tre le tratte: A21, Tibre e Cremona-Mantova. Sarebbe l’ideale”.

Finiti i tempi della capacità di spesa autonoma degli enti locali nella realizzazione di infrastrutture, la partecipazione del privato appare sempre più indispensabile. Ad esempio nel ripescaggio di un vecchio sogno dell’urbanistica cremonese, il completamento della Gronda Nord, la “tangenziale allargata” di Cremona, che compare da decenni nella programmazione, ma realizzata soltanto per tratti isolati.  “Per quanto mi riguarda non ho dubbi – afferma Salini – la Gronda Nord va ripresa e va fatta. Come primo step, il raccordo tra casello di san Felice e Fiera; successivamente  un secondo lotto che si congiunga alla Paullese. Per questa seconda parte, sicuramente impattante, è necessario il coinvolgimento pieno dei comuni e dei soggetti interessati dal tracciato”. Un modo per dare un senso anche al peduncolo (raccordo Codognese – Paullese subito dopo Cavatigozzi) ultima opera realizzata dalla Provincia nei paraggi del capoluogo, da parte delle precedenti amministrazioni.

g.b.

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