Cronaca

Muro contro muro in ospedale, i sindacati: intimidazioni

I sindacati dell’ospedale hanno motivato questa mattina con una conferenza stampa nella portineria di largo Priori,  le ragioni dello stato di agitazione in corso da alcuni giorni, per il mancato accordo sul pagamento degli straordinari già effettuati nel 2012.  Alla manifestazione erano presenti i segretari Generali di Fp Cgil, Fpl Uil, Fps Cisl e Nursing Up, Monica Vangi, Mario Penci, Roberto Dusi, Maria Grazia Bensi oltre alla  coordinatrice rsu Susanna Borghetti e a una rappresentanza di lavoratori. “L’azienda non ci sta più ricevendo”, afferma Mario Penci, nella seconda giornata di distribuzione dei volantini all’interno dei reparti. “L’utenza non ha avuto ripercussioni da questa mobilitazione per il grande senso di responsabilità dei lavoratori”, affermano Dusi e Vangi. Il 6 e l’8 novembre, rispettivamente a Cremona Largo Priori e all’Oglio Po, si terranno due presidi per spiegare ai cittadini le ragioni della protesta, nell’orario di massimo afflusso, dalle 7 alle 11. La tenzione nei rapporti è evidenziata anche dal fatto che questa mattina è stata negata ai sindacati la possibilità di usufruire degli spazi ospedalieri per la conferenza stampa.

All’origine della protesta la dichiarata impossibilità da parte dell’azienda di adempiere a quanto contenuto nell’accordo di giugno che fissava ad ottobre  2013 il pagamento in busta paga degli straordinari (circa 18mila ore per un totale ancora da saldare di 270mila euro). Dipendenti e sindacati fanno notare come, a fronte dell’esiguità di questa cifra, l’azienda abbia proceduto ad investimenti onerosi e di dubbia  efficacia, tra cui, sostengono i sindacati, l’appalto per l’affidamento esterno della cucina, rimasto a metà e mai assegnato e che sta costringendo l’azienda a ricorrere a contratti interinali e consulenze varie.

I sindacati (tutti rappresentati, tranne Fsi che non ha aderito per ora) parlano anche di intimidazione nei confronti dei lavoratori che chiedono ai rispettivi dirigenti di ricevere solo ordini di servizio scritti e firmati, come prevede il contratto. La prassi è sempre stata che rientri in servizio o modifiche dei turni venissero chiesti oralmente, ma da quando il pagamento di queste ore è diventato un problema i sindacati chiedono la ferrea applicazione delle regole. “Siamo venuti a conoscenza – recita il volantino sindacale diffuso oggi – delle pressioni che il Sitra (servizio infermieristico aziendale) starebbe attuando nei confronti di chi ha già provveduto legittimamente a richiedere l’ordine di servizio scritto in caso di rientro in turno o variazione dello stesso e che alcuni coordinatori, invece, dicano che per chi fa la richiesta ne sarà tenuto conto nella valutazione individuale. Invitiamo i dipendenti a non lasciarsi condizionare da queste illegittime pressioni …”

L’azienda inoltre starebbe cercando di mettere a recupero, anzichè retribuire, le ore lavorate nel 2012, attraverso una compensazione nella busta paga di ottobre di ore pagate erroneamente in più come indennità di turno festivo a circa 350 dipendenti. “Gli accordi erano che a ciascun dipendente venisse inviato un rendiconto preciso delle ore pagate in eccesso e concordate individualmente le modalità di recupero”, spiega Vangi. “Adesso invece constatiamo che, solo previa comunicazione verbale, i recuperi sono stati applicati direttamente in busta paga. E’ anche per queste modalità di trattamento che ci facciamo sentire”.

Una sanità che non ce la fa più e che con il blocco del turn over, conclamato da quattro anni ma strisciante da dieci, rende sempre più difficile far funzionare i servizi. “Noi i nostri suggerimenti li abbiamo dati, ma inascoltati”, afferma Dusi: “In queste condizioni occorre una riorganizzazione generale del personale, un ripensamento dei part time, un riequilibrio delle spese, ad esempio per le consulenze. Occorre una seria programmazione da parte dei dirigenti medici, che spesso non c’è. Ci preoccupa il fatto che l’Azienda non stia mettendo in atto alcun correttivo sulle ore straordinarie, attuando un semplice monitoraggio che non affronta il problema alla radice”.

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