Acqua pubblica, scoglio prelazione per lo scambio di azioni Aem-A21
L’acqua “pubblica” vale il rischio di perdere la partecipazione in A21? Questa la domanda che si sono posti i consiglieri della commissione bilancio riuniti ieri pomeriggio per esprimere un parere sulla variazione al Bilancio 2013, riguardante l’inserimento delle azioni del Comune in Centropadane nel piano delle alienazioni. Uno “scambio” tra Comune e Aem per consentire al primo di poter partecipare direttamente in Padania Acque Gestioni. Condizione indispensabile per mettere la società di via del Macello nelle condizioni di svolgere in house il servizio idrico integrato.
La questione, molto tecnica, sta andando avanti da mesi. Tutti i comuni che partecipano in Padania Acque (patrimoniale) dovrebbero entro il mese di ottobre deliberare la retrocessione delle rispettive quote, in modo da incamerarle per conferirle subito dopo nella società gestionale, Padania Acque Gestioni, appunto. Il Comune di Cremona partecipa in Padania Acque attraverso la sua società Aem Spa. La proposta già approvata in Giunta è quella di riprendersi direttamente tali quote, per un valore di 1,8 milioni circa, cedendo in cambio ad Aem quote di partecipazione in Autostrade Centropadane per un ugual valore. Per l’ente locale, un passaggio di proprietà che non implica un minor peso nella società che gestisce l’A21, ma c’è un problema. Lo ha esposto il consigliere di minoranza Ferdinando Quinzani (Cremona per la Libertà), facendo presente che lo Statuto di Centropadane prevede il diritto di prelazione per gli altri soci. In altri termini, una volta ufficializzata da parte del Comune la decisione di vendere le proprie azioni, tutti gli altri soci, privati compresi potrebbero esercitare la prelazione, offrendo di più di quanto Aem sia disposta a dare e quindi aumentando il proprio peso a discapito del Comune stesso. “Il Comune è disposto, qualunque sia il compratore a pagare un prezzo così alto per l’acqua pubblica?”, ha chiesto ieri Quinzani. La risposta del vicesindaco Roberto Nolli è che non vi sono segnali di interesse da parte degli altri soci ad acquistare le azioni del Comune. “Ma è evidente che se questa intenzione c’è, rimane sottotraccia fino al momento opportuno”, ha rintuzzato Quinzani. “Se l’operazione acqua pubblica pregiudica la presenza del Comune in A21, allora occorre pensarci bene. Si tratta di una partecipazione in una società che fino a poco tempo fa non interessava nessuno, ma che adesso potrebbe diventare molto più allettante, perchè significa anche Stradivaria (concessionaria della futura Cremona-Mantova, ndr) e i Brebemi. Non mi stupirei che un privato possa essere molto interessato ad aumentare il proprio peso. Come può il Comune avere delle garanzie di non essere estromesso?”. Nolli ha risposto che il Comune potrebbe sempre decidere di non vendere più se il compratore non dovesse essere gradito. “Non mi pare una via percorribile”, ha affermato Quinzani. Che, con il resto dell’opposizione, si è astenuto sulla proposta di inserimento delle azioni dell’A21 nel piano delle alienazioni 2013. La parola adesso passerà al Consiglio.
Il Comune partecipa al capitale di A21 con poco meno del 6% delle azioni. L’unico socio privato presente, il gruppo Gavio, è già interessato all’acquisto delle azioni messe all’asta dalla Provincia di Piacenza. La sua partecipazione, se andasse in porto l’acquisto, passerebbe all’11%. Con el azioni del Comune di Cremona potrebbe rafforzarsi ulteriormente a scapito della presenza dell’ente locale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA