Aiutiamo gli immigrati a rimanere in Africa
La tragedia (immane) di Lampedusa – strage di migranti provenienti dalla Libia stipati su una carretta del mare bruciata e affondata lo scorso 3 ottobre a mezzo miglio dall’isola dei Conigli – ci impone alcune riflessioni. Senza rossori, senza pregiudizi.
1. Flussi continui – Inutile nascondercelo. La migrazione dei popoli è un fenomeno antico come il mondo. Stroncarlo è impossibile. Lo insegna la storia. I migranti scappano per fame, per disperazione, per salvarsi dalle persecuzioni, per sfuggire ai massacri ordinati dai satrapi dei loro paesi di origine. Non cercano ricchezze, vogliono solo tirare a campare. Sono così disperati che sono disposti ad infilarsi in barconi che sono un azzardo, una roulette russa. Sanno che il loro viaggio è un rischio.C’è chi ha fatto anche il conto dei caduti (il sito “fortresseurope.blogspot.it”). Siamo già a quota 19.142 morti. Ufficiali. Poi ci sono tutti quelli che sono annegati “senza avere due righe sul giornale” (G.Stella). Ha scritto Vittorio Feltri: “Solo a immaginare la scena su quel barcone, pieno di bambini, viene l’angoscia”. Già, e noi che facciamo? Che fa l’Europa? Discutiamo se sia giusta o sbagliata la legge Bossi-Fini,applaudiamo il terribile grido del papa (“vergogna!”), seguiamo (coi brividi) gli attacchi della Lega alla Boldrini e alla Kyenge.Ma la mattanza non si ferma con i bla-bla o le lacrime nei salotti.
2. Un giro di affari – Diciamolo:dietro l’orrore, la pietà, l’indignazione, lo scandalo, (massì) il buonismo, le tragedie del mare nascondono il business che non ti aspetti. Vogliamo parlarne? Il giro d’affari del primo soccorso e della accoglienza è pazzesco. Ci sono i milioni di euro stanziati dall’Europa, dall’Italia.Cifre destinate a crescere.Pagano i migranti, paghiamo noi. Il barcone della tragedia, con 500 persone a bordo, aveva tariffe da crociera caraibica:da 1.600 ai 2.000 dollari. Una fortuna. Un viaggio verso il nostro illusorio Eldorado può durare mesi. O anni. I migranti fanno tappa nei paesi intermedi come il Sudan, lavorano per trovare i soldi necessari per il viaggio. Vivono mesi di inferno. I trafficanti sono beduini che godono della protezione delle cellule di al Qaida e dei gruppi dell’estremismo islamico. Una volta arrivati al traguardo, i disgraziati si trovano di fronte i professionisti dell’accoglienza:Onlus,patronati,cooperative, professionisti dell’emergenza, noleggiatori di aerei e traghetti, operatori turistici in crisi. Certo ci sono pure i pescatori di Lampedusa ,i volontari disinteressati, gente da Nobel; ma sono una minoranza. L’Sos è senza fine e senza fondo. E’ un mare di soldi:il Fondo europeo per i rimpatri è di 9 milioni, quello per l’integrazione è di 14,7 milioni. Il solo Stato italiano nel 2011 ha speso 1 miliardo di euro (parzialmente coperto dall’accise sui carburanti). Una montagna di denaro. Stiamo assistendo ad un traffico di essere umani perpetrato dalla criminalità organizzata “che lucra sulla loro pelle” (Magdi Cristiano Allam). Sarebbe meglio aiutare gli immigrati a rimanere in Africa. O no?
3. Europa, tra viltà e contabilità – Ha detto il filosofo Veneziani: “Se l’Europa fosse una civiltà e non solo contabilità, non se la sbrigherebbe dicendo che ci ha dato i soldi per fronteggiare i flussi migratori. All’esodo non si risponde con la polizza. Pattuglierebbe il mar Mediterraneo e intercetterebbe le barche clandestine”. Ma l’Europa,aggiunge, è solo “viltà & contabilità”. Ci ha lasciati soli di fronte a tanta emergenza. Josè Manuel Barroso ci ha promesso risorse. Vedremo. Conoscendoli, bisognerà insistere e spiegare ai tecnocrati di Bruxelles che Lampedusa è Europa. Queste tragedie riguardano tutta l’Unione.
Enrico Pirondini
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