Cronaca

Pd, piano rifiuti "Stop inceneritori e discariche"

La segreteria del Pd provinciale, riunitasi il 26 settembre, ha votato il documento in merito al Piano provinciale Rifiuti ribadendo e sottolineando le considerazioni già espresse in commissione Ambiente dalla capogruppo Maura Ruggeri. Un documento che dichiara finita senza mezzi termini la stagione degli inceneritori e anche delle discariche, tantopiù che nel territorio di Cremona sussiste la grave impasse del blocco della discarica di Vescovato – Malagnino (il Tar ha bocciato la richiesta di ampliamento di Aem e la vecchia Malagnino è esaurita).

Il documento Pd, che contibuirà al Piano rifiuti provinciale in corso di revisione (sabato a Crema si terrà uno dei Forum al riguardo)  contiene molti passi in comune con la mozione regionale “verso rifiuti zero”, votata già in commissione Ambiente che ha trovato piena condivisione tra gruppo di minoranza e assessore Francesco Bordi appartenente alla maggioranza di segno opposto. Analoga convergenza c’è stata oggi (27 settembre) in Consiglio provinciale sulla mozione di Agazzi (Pdl), votata anche dal Pd.

Se la media della provincia di Cremona appare virtuosa, con una media del 62% di r.d. nel 2012 e picchi dell’80% a Casalmaggiore e del 75% nel cremasco, “nel Comune capoluogo, Cremona, il dato di percentuale di R.D. non è affatto entusiasmante. La percentuale è ben sotto il 50%, con un sistema di raccolta dei rifiuti “porta a porta” che copre  solo il 25% dell’intera popolazione e con un dato di produzione procapite rifiuti urbani (kg/ab*giorno), il più alto della provincia,  e un costo pro capite alto (euro/abitante*annuo) pari a 138.6 euro (anno 2011).

“Da questi dati – continua il Pd –  è necessario partire per costruire il piano rifiuti provinciale, partendo dal salto di qualità e di efficienza che deve fare la città di Cremona. Un passaggio che riteniamo non essere più procrastinabile. Il Comune di Cremona con il suo attuale gestore deve avviare delle politiche ambientali già attive negli altri comuni (estensione del porta a porta su tutto il territorio, eliminazione dei cassonetti) e tendere ad una migliore gestione integrata dei rifiuti urbani in base alla normativa e agli indirizzi sostenuti dal PD in consiglio comunale.
Solo da questo presupposto si può costruire uno scenario a medio/lungo termine con obiettivi che vedano la provincia di Cremona tutta ancora all’avanguardia nei prossimi anni. Entrando nel merito della situazione degli impianti è necessario fare una ricognizione approfondita della condizione presente in provincia di Cremona, partendo dalla situazione delle discariche (es: Malagnino), del termovalorizzatore presente a Cremona, dagli altri impianti di incenerimento e recupero energetico, all’impianto di digestione anaerobica a Castelleone, e all’impianto di compostaggio “Compostaggio Cremonese srl”. Utile una riflessione sullo stato del teleriscaldamento e le sue prospettive di rilancio anche attraverso fonti alternative di alimentazione, a Cremona come a Crema”.

Il Pd inoltre esclude interventi al termovalorizzatore di S. Rocco, “che richiedano, ai fini della compatibilità economica dell’intervento, un costante conferimento di rifiuti da incenerire, approvando solo progetti tesi a migliorare il funzionamento dell’impianto stesso e delle emissioni in atmosfera e chiedere al gestore analisi, valutazioni e progetti di soluzioni impiantistiche del trattamento del rifiuto residuo alternative all’incenerimento e al conferimento in discarica”.

Il documento si conclude con la richiesta di istituzione della tariffa puntuale per cui si paga in ragione dei reali rifiuti prodotti.

E a proposito di discariche: la mancata attivazione del raddoppio di Malagnino sta comportando per l’amministrazione provinciale la necessità di prendersi in carico la gestione di Cortemadama, la precedente discarica per rifiuti solidi urbani collocata alle porte di Castelleone. Centomila euro all’anno il costo che la Provincia dovrà sopportare per pagare ad Aem i controlli sul percolato e simili.

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