Cronaca

Cinque stelle e Pd vicini a S.Felice "Figli di un dio minore"

Il movimento 5 stelle di Cremona prende le parti dei residenti di San Felice dopo l’assemblea svoltasi al Centro civico con la giunta comunale sui temi del sovrappasso ferroviario.

“Se da un lato – afferma un comunicato –  si puo’ apprezzare la disponibilità dei suddetti amministratori nel partecipare a questi incontri, di contro dobbiamo affermare che abbiamo assistito a ciò che giustamente è stato definito “una presa per i fondelli”. Sarebbero stati molto più corretti fin dai primi incontri con la cittadinanza nel dire a chiare lettere che questo era ed è il progetto, nulla si può fare né variare, prendere o lasciare! Invece si è protratta l’agonia e le aspettative con inutili promesse e progetti. Anche l’intervento finale del Sindaco Perri che ha giustificato l’intenzione delle ferrovie dello stato di eliminare i passaggi a livello in quanto causano ‘ritardi’ (?) ha suscitato urla e ilarità dei cittadini presenti.

“L’ovvia conclusione – continuano i 5 stelle – sono state le dimissioni dei rappresentanti del quartiere di S. Felice che non hanno gradito questi comportamenti, evidenziando il fatto che il nuovo cavalcavia aumenterà l’isolamento del quartiere e dei suoi abitanti, molti dei quali anziani.

“Gli amministratori di Cremona hanno dimostrato  incapacità di concordare con ferrovie dello stato, la Regione Lombardia e la ‘solita’ ditta costruttrice, un intervento di compensazione che sarebbe pesato ben poco (euro 400mila) in rapporto al costo totale delle opere (13milioni di euro). Per realizzare le opere dei passaggi a livello, il Comune di Cremona dovrà sostenere l’onere di un nuovo mutuo per 3 milioni di euro; visto che il progetto risale addirittura a precedenti giunte (utile ma non indispensabile secondo anche il parere di molti, visti i disagi che causeranno per parecchio tempo), forse poteva essere lasciato ancora nel cassetto, impegnandosi in eventuali debiti per ben altre iniziative importanti (rivalorizzazione centro storico/ trasporti/ strade/nettezza e arredi urbani, Sicurezza, ecc.) . Oppure se proprio s’ha da fare, programmare un mutuo superiore (3,5 Mln di euro anziché 3/milioni), che comprendesse anche il sottopasso”.

Sulla riunione era intervenuta anche Caterina Ruggeri, Pd, presente in prima persona  protagonista di un batti e ribatti sulla paternità del rpogetto con l’assessore Zanibelli. “La Giunta Perri governa ormai Cremona da oltre quattro anni, un tempo nel quale è difficile continuare a sostenere che è sempre colpa di altri e che per questo non si riesce a dare risposte alle giuste questione che i cittadini di San Felice e di San Savino pongono da tempo. Troppo facile! Nell’assemblea  ho posto la questione della popolazione anziana che in prevalenza abita in detto quartiere e dell’ulteriore isolamento che subirà con il “sovrappasso ferroviario”. Di fatto detto manufatto impedirà a loro, in particolare, di collegarsi con la pista ciclabile che collega S. Felice alla città. Utilizzare la Via Mantova è da suicidio, quindi vivere in un quartiere senza un Ufficio Postale, senza uno sportello bancario, senza un armadietto farmaceutico, senza un negozio, significa dichiarare lo stato di abbandono di un’intera fetta di città”.

E sulla strada per San Savino: “Per correttezza ho ricordato che una delle promesse del candidato Perri in campagna elettorale nel 2009 era stata quella di allargarla. Ora apprendiamo che non c’è l’ombra di un quattrino e che non è neppure nel piano delle opere pubbliche (neppure il tratto di Via Aporti era nel piano, ma è stata realizzata anche con una pavimentazione di pregio). Ho chiesto almeno di illuminarla, ma“l’AEM non ha i soldi”. Ho fatto dell’ironia per la mancanza di risorse di AEM e per questo sono stata letteralmente aggredita a parole dall’Assessore Zanibelli quando ho ricordato quando la stessa AEM abbia dimostrato di poter spendere e spandere in acquisti milionari”.

Parole di sostegno per il quartiere S. Felice anche da parte di un altro consigliere comunale Pd, Daniele Bonali: “Capisco che il direttivo si sia dimesso, hanno ragione ad essere arrabbiati. Inutile però rivangare questioni passate, piuttosto si cerchi nel futuro di essere più presenti sul territorio e comprendere le ragioni della gente”. Una conclusione che sembra adattarsi anche alle prossime sfide all’interno del Pd.

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