Cronaca

Larghe intese e decadenza Berlusconi, tessere del Pd cremonese a rischio calo

“L’anno scorso abbiamo perso 300 tessere per la riforma Fornero, quest’anno è probabile un ulteriore calo”. Il partito Democratico cremonese alle prese con il tesseramento 2013. “Il dato di quest’anno non c’è – spiega il segretario provinciale Titta Magnoli – Non c’è un limite di tempo per fare la tessera. Possiamo solo fare una stima e i segnali di malumore di certo non mancano”. Non mancano, infatti, coloro che con in tasca la tessera 2012 pensano: ‘Se non votano la decadenza di Berlusconi io non mi tessero’. Nel 2010 le iscrizioni al Pd in provincia sono state 2.518 (904 da parte di donne), nel 2011 2.536 (920 donne), nel 2012 2.273 (827 donne). “Il dato è in continuo calo – ha continuato Magnoli – A livello regionale del 25%. E’ l’effetto della politica nazionale. Tutti gli anni è così: in base a come si comporta il partito a Roma ci sono degli alti e dei bassi. Berlusconi agita, ma se ci sarà il congresso bisognerà avere la tessera per dire la propria”.
Per scoprire quali danni sul numero dei tessarati ha fatto il governo Letta con il Pdl bisogna aspettare gennaio 2014, ma “il malcontento c’è e si sente”, il commento di Magnoli (già tesserato a Stagno Lombardo).
E i democratici nelle istituzioni cremonesi si sono tesserati? “Non ci sono dubbi sulla tessera – esordisce Maura Ruggeri, capogruppo in consiglio comunale – Qualcuno aspetta i risvolti da Roma, io sono felice della posizione unitaria del Pd sulla decadenza di Berlusconi. Non può esistere uno scambio tra stabilità e legalità. Non si deve concedere nessuna possibilità di salvataggio ad hoc in cambio del governo”.
“Non ho mai pensato di non tesserarmi – dice Caterina Ruggeri, consigliere comunale – La politica è la passione della mia vita”. “Bisogna fare il congresso e io voglio dire la mia in quella sede”, dichiara Annamaria Abbate. Si è già tesserato Daniele Burgazzi: “La tessera per me non va oltre le vicende romane. Su Berlusconi – commenta – credo che la legge vada fatta rispettare. La decadenza non arriva per il Pd, ma perché lui ha commesso un reato ed è stato condannato dopo tre gradi di giudizio”.
“Mi tessero a prescindere – prosegue Andrea Virgilio, consigliere provinciale – Voglio stare nel partito. Ciò non toglie che io sia d’accordo o in disaccordo con la classe dirigente. Se commettiamo errori sulla decadenza non siamo in sintonia con gli elettori e con i principi di civiltà”.
Più forte l’intervento di Alessia Manfredini, consigliere comunale: “La situazione non invoglia al tesseramento – ammette – Al di là delle tessere, però, c’è un atteggiamento di chi sta a guardare come il Pd si muove nel quadro nazionale. Il clima non è favorevole per convincere i militanti. Personalmente, se il Pd votasse no alla decadenza di Berlusconi metterei in discussione la tessera”. “Sono 20 anni che prendo la tessera ogni anno – dichiara Giovanni Gagliardi – Non ho mai avuto perplessità sul rinnovamento della mia iscrizione al partito. Per quanto riguarda la situazione nazionale, la seguo con attenzione”.
“Mi tessero perché sono un consigliere del Pd – dice Alessandro Corradi, anche lui consigliere in Comune – Il locale fa da cassa di risonanza delle vicende nazionali, ma chi fa vita di partito non mette in discussione la tessera. Sulla decadenza credo che il partito sia caduto nella solita trappola dal Cavaliere. Non è quello il problema. Il lavoro va fatto alla radice, anche e soprattutto all’interno”. “Non ho segnali di questo genere, almeno dai consiglieri comunali. Sicuramente ci sono elementi per una riflessione”, conclude Roberto Poli.

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