In procura sfiorati i 57 gradi Intercettazioni a rischio
Due anni di aria condizionata rotta, e palazzo di giustizia di Cremona, da settimane stretto nella morsa del caldo torrido, ha ormai raggiunto il limite dell’emergenza. Succede nell’ufficio gip gup e all’ingresso di via dei tribunali, dove le guardie, in divisa, tirano il fiato solo grazie ad un ventilatore. Ma soprattutto succede al terzo piano dell’ex carcere di via Jacini, sede della procura, dove ci sono gli uffici della polizia giudiziaria. Lavorare con il caldo è una vera e propria impresa. Delle alte temperature di questi giorni sta pesantemente risentendo anche la sala intercettazioni, diventata bollente. C’è il rischio che le attrezzature siano inutilizzabili. Uno dei tecnici che si occupa degli strumenti per le intercettazioni ha detto che una volta raggiunti i 60 gradi il server va in tilt. Intercettazioni, dunque, pesantemente a rischio, se si pensa, come qualcuno ha riferito, che in questi giorni all’interno degli uffici si sono raggiunti i 57 gradi. Serpeggia non poco malumore negli uffici della polizia giudiziaria, e c’è anche chi si domanda come mai siano stati trovati 95.000 euro di premi per i dirigenti del Comune e non si trovino 10.000 euro per ripristinare l’impianto dell’aria condizionata in tribunale e in procura. Circa due mesi fa in procura si era anche svolta una riunione tecnica alla quale aveva partecipato il procuratore Roberto di Martino. Nell’incontro si era discusso del problema dell’aria condizionata. Problema, però, che fino ad oggi non è ancora stato risolto.
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