Acqua, sì agli aumenti tariffari retroattivi Lega: "Aberranti, ma difficile non adeguarsi"
Stavolta, su tariffa idrica e Ptcp, il consiglio provinciale è riuscito a deliberare, dopo il nulla di fatto di venerdì 26 luglio per mancanza del numero legale. Il primo punto all’ordine del giorno del Consiglio di martedì 30 luglio era finalizzato alla variazione del Piano d’Ambito in modo da recepire la circolare dell’Authority che imponeva la retroattività degli adeguamenti tariffari alle tariffe standard decise dall’autorità stessa. Imposizione che a parole non piace a nessuno, né al Pdl né alla Lega, né tantomeno alle minoranze, ma che alla fine è stata recepita in quanto – ha motivato il capogruppo Lega Nord Francesco Chioda – “per quanto aberrante sia la retroattività, è difficile non recepirla. All’Authority non interessa se a pagare la differenza siano gli utenti o le aziende, ma immaginiamoci se queste ultime sono disponibili ad accollarsi l’onere. Ci sono investimenti da fare, infrastrutture che hanno bisogno di manutenzione. Propongo che la mozione di Trespidi (finalizzata a fare pressioni, tramite il presidente Salini, agli organi competenti per valutare la legittimità della richiesta dell’Authority, ndr) venga trattata in commissione, per poterne farne valere le ragioni”. Proposto quindi un emendamento all’odg che impegnasse la giunta a verificare la possibilità anche di un ricorso contro la circolare dell’Authority. Emendamento rifiutato da Trespidi, per cui si è andati al voto su due argomenti separati: la mozione di Trespidi co-firmata da Giuseppe Torchio, ha ricevuto il consenso di quest’ultimo, oltre che di Pdl, Lega, Pd, Biondi; astenuti Lega e Milesi; contrario Dusi. La votazione sulla variazione del Piano d’Ambito è stata votata da tutta la Lega e dal Pdl, contrari Pd e Torchio, astenuto Biondi.
Dunque entro breve le società di gestione (per Cremona e la quasi totalità dei comuni, cremasco escluso, si parla ormai solo di Padania Acque) applicheranno gli aumenti relativi al 2012 e al 2013: da 1,25 a 1,37 euro, in media, di costo al metro cubo d’acqua, che per una famiglia media significano 20-25 euro all’anno. Soldi che per l’intero bacino provinciale dovrebbero sommare alla fine 3 – 3,5 milioni di euro, con cui – affermano le società di gestione – poter accendere mutui pluriennali per valori ben superiori, necessari per fare gli investimenti. Soprattutto nel campo della depurazione, pena l’arrivo delle sanzioni europee nei prossimi anni. In totale disaccordo il Comitato Acqua pubblica, presente nella sala del Consiglio con Diego Antonioli e Giacomo Bazzani – che insiste sulla “truffa” della retroattività: il referendum del 2011 ha infatti bocciato la tesi della remunerazione del capitale investito quindi non solo non è giustificato un aumento tariffario, ma le aziende dovrebbero addirittura restituire ai cittadini quanto prelevato in più fino ad ora. “Molti enti non hanno applicato la circolare dell’Authority – afferma Bazzani – non è vero che è indispensabile. Il vero problema è che qui dentro nessuno parla più dei referendum, è come se non ci fossero stati, eccezion fatta per Dusi, e in parte, per Torchio e Pd. E contro un referendum non c’è né Consiglio di Stato né Authority che tengano”.
Un accenno alla questione – ben più complessa dell’aumento tariffario – della gestione dell’acqua, che sta tenendo banco da inizio mandato Salini, è però giunto prima dal Pd e poi dalla Lega.Virgilio, capogruppo Pd: “Dopo l’accelerazione di febbraio del presidente Salini in cui sembrava che si potesse in tempi rapidi affidare la gestione del ciclo idrico ad una società appena nata, c’è stato un rallentamento. Questo consiglio ha espresso per due volte, con altrettanti atti di indirizzo un chiaro parere a favore della società pubblica dell’acqua. Ma poi nelle delibere non se ne fa cenno e in Regione resta depositato un piano d’ambito dove si parla ancora di società mista, come un fuocherello sempre acceso”. “Oggi non si parla di modello gestionale – ha ribattuto Chioda, Lega Nord – Si tranquillizzi il Pd, se si sta andando verso la gestione in-house è grazie al nostro gruppo consigliare”, in riferimento all’ordine del giorno votato lo scorso dicembre e che aveva fatto vacillare l’alleanza col Pdl.
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