Cronaca

Le materne cattoliche ritoccano le rette Cento euro al mese (pasti esclusi)

Non sono solo le scuole per l’infanzia comunali in sofferenza finanziaria, ma anche quelle paritarie, collegate alla Fism, la federazione delle scuole d’infanzia cattoliche che fa capo alle singole diocesi. Una quarantina le scuole materne affiliate in provincia, da Crema a Casalmaggiore, 5 quelle di Cremona: Sacro Cuore, Coop. il Cortile (scuola S. Maria Immacolata a S. Ambrogio, Sacra Famiglia, S. Angelo, S. Abbondio, gestito dalla cooperativa Iride, per un totale di circa 470 bambini. Da un paio d’anni vige un accordo tra queste scuole, per l’applicazione di una stessa retta di frequenza, che si aggira intorno ai 100 euro al mese. L’ultimo ritocco è stato fatto nello scorso mese di maggio, al momento delle iscrizioni per il prossimo anno scolastico. L’incertezza del contributo comunale (il bilancio 2013 deve ancora essere approvato, anche se l’assessore Alquati ha garantito le stesse erogazioni dell’anno scorso) e i crescenti costi contrattuali delle insegnanti mettono a dura prova i bilanci degli enti gestori. E’ il presidente della Fism cremonese, Sergio Canevari, a spiegare la situazione: “Oltre a questa cifra, le scuole per l’infanzia paritaria chiedono una quota di iscrizione variabile da scuola a scuola, che oscilla tra i 100 e i 150 euro l’anno. Per il pasto sono altri 4 euro e 10, che mi pare saranno ritoccati. Le scuole paritarie svolgono un servizio pubblico a tutti gli effetti. In alcune zone del cremonese, soprattutto sul cremasco, gli alunni stranieri  sono frequenti quanto nelle scuole pubbliche.  Questo accade in comuni a forte immigrazione e con buone opportunità lavorative come Moscazzano e Trescore, anche se ultimamente, con la crisi, c’è una crescente difficoltà a pagare le rette”.

Tre i tipi di contributi che arrivano alle scuole paritarie: dallo Stato, per circa 500 euro per alunno, con maggiorazioni per classi con più di 15 alunni; dallo Stato, 75 euro all’anno per bambino che possono arrivare a 350 se disabili; infine contributi comunali. A Cremona la convenzione con il comune prevede un contributo di 390 euro per alunno, per un totale complessivo di 200mila euro all’anno. La condizione per riceverlo è la presentazione dei propri bilanci. Un contributo che quest’anno non è stato ancora erogato e che le scuole attendono con ansia. “Come fa la scuola paritaria a sopravvivere? Stipendi più bassi per gli insegnanti rispetto alle scuole statali e comunali e solitamente, più ore di lavoro”, spiega Canevari, professione maestro di scuola d’infanzia al I circolo. Una sua opinione sulle polemiche di questi giorni? “Occorre riportare al centro del dibattito il bambino e i suoi bisogni. La mia è un’opinione assolutamente personale. Ritengo che oggi i bambini stiano per troppo tempo a scuola, a cominciare dalle materne, con 40 ore in cinque giorni. Il troppo stroppia, alla fine questi bambini saranno ragazzini annoiati alle medie. La scelta adottata dal Comune (far pagare una retta di frequenza alle materne, dai 30 ai 70 euro mensili pasto escluso, ndr) è certamente di rottura, ma credo voglia far riflettere anche su questo aspetto”.

LA PROTESTA ON-LINE CONTRO LE RETTE COMUNALI: QUASI 400 FIRME

Intanto, cresce la protesta di Rete Donne contro i provvedimenti nel bilancio di previsione del Comune per gli aumenti delle rette per gli Asili Nido e per l’introduzione delle rette mensili per le Scuole per l’Infanzia Comunali. In pochi giorni sono giunte quasi quattrocento adesioni alla petizione on line. Appoggiano l’iniziativa ARCI Cremona, ACLI Cremona, ANPI Cremona, Donne Senza Frontiere, Forum Terzo Settore, Legambiente Cremona, gruppo “Oltre lo Specchio”, Università Popolare Scuola di Pace AUSER, CGIL, CISL, UIL, Segreteria Funzione Pubblica CGIL, Partito Democratico Cremona, Partito Socialista Cremona, Rifondazione Comunista Cremona, Sinistra Ecologia e Libertà Cremona, Comitato “Beni Comuni” Cremona, Associazione “Crea Futuro” Cremona, Federconsumatori Cremona, UISP Cremona.

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