Cronaca

Medico cremonese sequestrato e rapinato, tunisino in carcere

Sopra: il tunisino, il maresciallo D’Alfonso e il luogotenente Foglia (foto Francesco Sessa)

AGGIORNAMENTO – ????Tunisino di vent’anni in carcere dopo l’intervento dei carabinieri. L’indagine-lampo dei militari è partita in seguito all’allarme lanciato da un medico cremonese di 38 anni avvicinato da un ragazzo con un coltello a Piacenza, sequestrato dal malvivente e rimasto per circa due ore sotto la minaccia della lama. I fatti risalgono alla serata di lunedì. L’operazione è stata delineata in conferenza stampa dal luogotenente Angelo Foglia e dal maresciallo Gianni D’Alfonso. Attorno alle 19,30 il 38enne (che non lavora nel nostro territorio), dopo aver accompagnato e salutato alcuni amici alla stazione dei treni piacentina, è stato costretto a risalire sulla sua auto assieme al giovane armato e a raggiungere la propria abitazione di Cremona (il rapinatore aveva precedentemente mostrato il coltello e chiesto soldi, ma la risposta del medico era stata negativa: “Non ho nulla con me”).

Dalla casa del medico il bandito ha portato via un cellulare, un tablet, carte di credito e bancomat; si è poi fatto riaccompagnare a Piacenza, non prima però di una tappa in alcuni sportelli automatici dove ha ritirato 1700 euro dal conto del dottore. Come accennato, i carabinieri di Cremona, raccolto il racconto del 38enne e sviluppati gli accertamenti (anche sulla base delle numerose registrazioni delle telecamere e della minuziosa descrizione ricevuta), hanno bloccato nel giro di 12 ore un tunisino 20enne (J.S. le iniziali rese note) residente a Piacenza, disoccupato e con precedenti per reati contro il patrimonio. E’ stato individuato in un bar poco distante dalla stazione piacentina ed è stato trovato con 1200 euro (denaro ritenuto provento dell’azione illecita) e con due cellulari. Il giovane, che è stato riconosciuto dalla sua vittima, è accusato di rapina e sequestro di persona: ora è in carcere a Piacenza in stato di fermo in attesa della convalida del giudice per le indagini preliminari. I militari dell’Arma stanno valutando il possibile coinvolgimento di altre persone: potrebbe esserci, infatti, una rete dedita alle rapine.

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